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11 ottobre 2013

La creazione di una destinazione turistica. La città di Cagli


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2.4 La città di Cagli

Uno dei vari comuni a cui si estende il progetto “Col Sole in fronte”, dove vi ha anche sede, è quello di Cagli (in antico Cale; Caj in gallico marchigiano).

L'ubicazione attuale della città è su di un altopiano stretto dai  fiumi Bosso e Burano confluenti al Metauro. Il comune, che per estensione territoriale è il 3º più grande delle Marche e il 95º d'Italia, risulta delimitato verso sud dai monti Catria, Petrano  e Nerone e più a nord dal monte Paganuccio che, con il Pietralata, forma le scoscese pareti di calcare massiccio del Passo del Furlo.

Due particolari possono ingannare il visitatore: il fatto che la città sia attraversata dalla famosa via romana Via Flaminia, e che possieda una pianta chiaramente ortogonale, lascerebbe pensare ad una città romana, ma si tratta di un ben architettato depistaggio. La Cagli odierna, situata in quella posizione, è un prodotto della più classica architettura medioevale, nel fiorire del XIII secolo.  Alla città di Cagli va affiancata la bellezza del suo territorio appenninico che per molti tratti si presenta pressoché incontaminato e del tutto simile al cuore verde dell'Umbria.

 È un territorio vasto quello del comune di Cagli, 226 km, dove cresce il prelibato tartufo bianco e dove, grazie ai sui percorsi naturalistici che attraversano le sue montagne (tra cui una lunga parte del Sentiero Italia), si possono visitare le numerose e suggestive forre e lo spettacolare Arco di Fondarca sul Monte Nerone.

Di Cagli, il noto storico d’arte, Vittorio Sgarbi nel 1997 scrive che: ”Cagli è una realtà isolata e autonoma, si direbbe, che vive per se stessa e in se stessa. Vive tra la montagna, la collina e il fiume ove il bellissimo ponte romano che ammonisce dell’importanza della città antica. Entrando a Cagli, si ha la sensazione di essere protetti come nel ventre materno, in un luogo dove si potrebbe essere a lungo felici […]. Indipendentemente dal singolo palazzo, dipinto, oggetto, è il fatto di non poterla più rimuovere dalla mente come accade per altri luoghi che sono più facoltativi, li hai visti ma non fanno parte di una memoria essenziale o indispensabile. Invece per me Cagli  è diventata una città inevitabile».

Più tardi nel 2005, sempre Sgarbi, riferendosi a questa città annota: «Cagli è una città bellissima, con grandi palazzi che nascondono bellezze impreviste, soluzioni architettoniche sorprendenti». (estratto da: L’Italia delle Meraviglie, pag. 145-151).

In precedenza Edward Hutton, scrittore inglese, giungendo in treno da Sassoferrato, annotava nel 1913 che «Cagli è la cittadina più deliziosa che si trova fra Fabriano e Urbino, un luogo ombroso, fresco, tranquillo, pieno di edifici interessanti e di belle pitture». Lo stesso precisava che «si viene qui per vedere soprattutto Giovanni Santi, padre di Raffaello, che ha lasciato in Cagli più di un dipinto, e ci si resta per amore del posto».

Lo scrittore rimarcava, inoltre, che «la gente è cortese e bella più del comune.

 È una città piena di belle pitture e in grado di offrire al viaggiatore, oltre le porte urbiche, la vista di paesaggi magnifici e di splendidi monti che l'attorniano da ogni parte».

Ancora oggi Cagli risplende di questa antica importanza. È una città chiusa tra le sue gole, distesa in una valle fredda e spesso ombrosa, ma ospitale e serena.

Questa zona non ha mai usufruito dei vantaggi di alcun comparto industriale produttivo nei sessanta anni dal dopoguerra. Il mobile, come il tessile hanno solo sfiorato la zona del Catria e del Nerone; pertanto l’economia si è basata sulla agricoltura, silvicoltura, il settore delle costruzioni e qualche fabbrica nei settori più disparati. I giovani e meno giovani, se non emigrati per trovare lavoro, hanno abitualmente trovato lavoro a Fabriano nelle zone industriali di Pesaro e Fano. Questo equilibrio economico si sta sempre più assottigliando, le aziende storiche della zona sono sempre più in difficoltà: molte hanno chiuso e quelle che restano si caratterizzano per la ricerca di equilibri economici con minori addetti a causa del minore fatturato.

Di certo non è solo un problema della zona del Catria, Nerone e Petrano; il commercialista Piero Criso, avendo tenuto dei corsi, nell’estate ed all’inizio dell’autunno, per i quali ha esaminato almeno una quindicina di bilanci di medie aziende delle Marche, riferisce che sono eccezioni quelle che non risentono della crisi. Si salvano le imprese che sono organizzate per vendere all’estero, per il resto è già un risultato se mantengono le stesse maestranze e lo stesso fatturato, ma purtroppo spesso non è così. 

Da tutti gli analisti, questa crisi è definita strutturale e non congiunturale. Queste difficili definizioni vogliono dire che la nuvola non è passeggera e non ci si può aspettare che dopo il temporale tutto torni come prima. Da questa crisi se ne esce con uno sforzo collettivo facendo leva sulle caratteristiche peculiari e facendo sistema.

In questo contesto si colloca l’associazione “ Col sole in fronte” alla scoperta del Nerone, Petrano e Catria.

 Incrementare il turismo è una risposta alla crisi perché gli ideatori del progetto hanno creduto, e credono fermamente, che con determinazione e volontà in questo settore economico si può fare di meglio.

Col Sole in fronte, quindi, vuole essere una risposta concreta alla crisi economica in atto.


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