2.4 La città di Cagli
Uno dei
vari comuni a cui si estende il progetto “Col Sole in fronte”, dove vi ha anche
sede, è quello di Cagli (in antico
Cale; Caj in gallico marchigiano).
L'ubicazione
attuale della città è su di un altopiano stretto dai
fiumi Bosso e Burano confluenti al Metauro. Il comune, che per estensione territoriale è il
3º più grande delle Marche e il 95º d'Italia, risulta delimitato verso sud dai monti Catria, Petrano e Nerone e più a nord dal monte Paganuccio che, con il Pietralata, forma le
scoscese pareti di calcare massiccio del Passo del
Furlo.
Due
particolari possono ingannare il visitatore: il fatto che la città sia
attraversata dalla famosa via romana Via Flaminia, e che possieda una pianta
chiaramente ortogonale, lascerebbe pensare ad una città romana, ma si tratta di
un ben architettato depistaggio. La Cagli odierna, situata in quella posizione,
è un prodotto della più classica architettura medioevale, nel fiorire del XIII
secolo. Alla città di Cagli va
affiancata la bellezza del suo territorio appenninico che per molti tratti si
presenta pressoché incontaminato e del tutto simile al cuore verde dell'Umbria.
È un territorio vasto quello del comune di
Cagli, 226 km, dove cresce il prelibato tartufo bianco e dove, grazie
ai sui percorsi naturalistici che attraversano le sue montagne (tra cui una
lunga parte del Sentiero Italia), si possono visitare le numerose e suggestive
forre e lo spettacolare Arco di Fondarca sul Monte Nerone.
Di
Cagli, il noto storico d’arte, Vittorio
Sgarbi nel 1997 scrive che: ”Cagli è una realtà isolata e autonoma, si direbbe, che vive per se stessa e
in se stessa. Vive tra la montagna, la collina e il fiume ove il bellissimo
ponte romano che ammonisce dell’importanza della città antica. Entrando a
Cagli, si ha la sensazione di essere protetti come nel ventre materno, in un
luogo dove si potrebbe essere a lungo felici […]. Indipendentemente dal
singolo palazzo, dipinto, oggetto, è il fatto di non poterla più rimuovere
dalla mente come accade per altri luoghi che sono più facoltativi, li hai visti
ma non fanno parte di una memoria essenziale o indispensabile. Invece per me
Cagli è diventata una città inevitabile».
Più
tardi nel 2005, sempre Sgarbi, riferendosi a questa città annota: «Cagli è una città bellissima, con grandi
palazzi che nascondono bellezze impreviste, soluzioni architettoniche
sorprendenti». (estratto da:
L’Italia delle Meraviglie, pag. 145-151).
In
precedenza Edward Hutton,
scrittore inglese, giungendo in treno da Sassoferrato, annotava nel 1913 che «Cagli è la cittadina più deliziosa che si trova fra Fabriano e Urbino, un
luogo ombroso, fresco, tranquillo, pieno di edifici interessanti e di belle
pitture». Lo stesso precisava che «si viene qui per vedere soprattutto Giovanni Santi, padre di Raffaello, che ha lasciato in Cagli più di un dipinto, e ci
si resta per amore del posto».
Lo
scrittore rimarcava, inoltre, che «la gente è cortese e bella più del comune.
È una città piena di belle pitture e in grado
di offrire al viaggiatore, oltre le porte urbiche, la vista di paesaggi
magnifici e di splendidi monti che l'attorniano da ogni parte».
Ancora oggi Cagli
risplende di questa antica importanza. È una città chiusa tra le sue gole,
distesa in una valle fredda e spesso ombrosa, ma ospitale e serena.
Questa zona non ha mai usufruito dei
vantaggi di alcun comparto industriale produttivo nei sessanta anni dal
dopoguerra. Il mobile, come il tessile hanno solo sfiorato la zona del Catria e
del Nerone; pertanto l’economia si è basata sulla agricoltura, silvicoltura, il
settore delle costruzioni e qualche fabbrica nei settori più disparati. I
giovani e meno giovani, se non emigrati per trovare lavoro, hanno abitualmente
trovato lavoro a Fabriano nelle zone industriali di Pesaro e Fano. Questo
equilibrio economico si sta sempre più assottigliando, le aziende storiche
della zona sono sempre più in difficoltà: molte hanno chiuso e quelle che
restano si caratterizzano per la ricerca di equilibri economici con minori
addetti a causa del minore fatturato.
Di certo non è solo un problema della
zona del Catria, Nerone e Petrano; il commercialista Piero Criso, avendo tenuto
dei corsi, nell’estate ed all’inizio dell’autunno, per i quali ha esaminato
almeno una quindicina di bilanci di medie aziende delle Marche, riferisce che
sono eccezioni quelle che non risentono della crisi. Si salvano le imprese che
sono organizzate per vendere all’estero, per il resto è già un risultato se
mantengono le stesse maestranze e lo stesso fatturato, ma purtroppo spesso non
è così.
Da tutti gli
analisti, questa crisi è definita strutturale e non congiunturale. Queste
difficili definizioni vogliono dire che la nuvola non è passeggera e non ci si
può aspettare che dopo il temporale tutto torni come prima. Da questa crisi se
ne esce con uno sforzo collettivo facendo leva sulle caratteristiche peculiari
e facendo sistema.
In questo contesto si colloca
l’associazione “ Col sole in fronte” alla scoperta del Nerone, Petrano e
Catria.
Incrementare il turismo è una risposta alla
crisi perché gli ideatori del progetto hanno creduto, e credono fermamente, che
con determinazione e volontà in questo settore economico si può fare di meglio.
Col Sole in fronte, quindi, vuole essere
una risposta concreta alla crisi economica in atto.
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