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26 dicembre 2017

Alcune ulteriori puntualizzazioni del consigliere regionale Gino Traversini

da Flaminia & dintorni del 23 dicembre 2017
“Dire che non c’è nessuno ad un incontro dove sono presenti una settantina di persone mi sembra un informazione poco realistica e, se rispetto allo scorso anno si può registrare una flessione di una ventina di persone, non viene riportata la presenza di alcuni che protestavano e che ora hanno capito la positività della proposta. Che poteva esserci più gente è indubbio, ma noi siamo soddisfatti di come è andata. Per quanto riguarda il mio intervento introduttivo di circa 40 minuti non ho parlato di fisiatria perché nell’attuale convenzione non c’è, ma ho parlato soprattutto della lungodegenza, dei vari servizi anche nuovi, che partiranno a gennaio/febbraio e dell’inizio dell’integrazione con medici interni al servizio di pronto intervento che si completerà con l’altra parte della convenzione. Altri punti che mi sento di precisare: chi ha messo i cartelli di una legittima protesta contro l’uso del privato, non è altro che un gruppetto di cinque sei persone, appartenenti principalmente a gruppi di destra e al movimento cinque stelle da sempre contro la riforma sanitaria. Ma quello che più mi preme sottolineare è l’aver letto che ‘non hanno trovato alcuna risposta a chi è intervenuto chiedendo il perché servizi che erogherà il privato, non si potevano ugualmente continuare con l’Asur regionale ed alle stesse condizioni’. Questo vuol dire non aver ascoltato quando si è detto, e cioè che la riforma è inevitabile per i provvedimenti nazionali, che ti chiedono di ridurre gli ospedali, tant’è che sono 13 i trasformati, e che anche se i posti letto sono sotto il numero consentito vanno calcolati insieme alla mobilità passiva che nella regione e soprattutto nella nostra provincia è alta. Quindi se si vuole la lungodegenza e si vuol integrare il servizio del 118 con medici ospedalieri, l’unico che può dare questa risposta è il privato, che solo a Cagli e a Sassocorvaro possiamo attivare in quanto presente nei nostri ospedali da tempo. In più sono note ormai le difficoltà che ha la struttura pubblica nel dare risposte sugli altri servizi nel reperire personale e nell’avere una più complessa macchina organizzativa. Anche se detto tante volte è bene ricordare che la gestione privata convenzionata non cambia le condizioni per l’accesso ai servizi che si pagano alla stessa maniera e che mentre nelle altre provincie ci sono cliniche gestite dal privato, solo da noi non ci sono, ma abbiamo un alto tasso di mobilità passiva e andiamo negli ospedali convenzionati gestiti dal privato principalmente in Emilia Romagna. Un’altra puntualizzazione è che all’amministratore delegato della KOS santo Stefano non è stato chiesto nulla dopo il suo intervento e dei pochi che sono intervenuti nel dibattito quasi la metà erano di fuori territorio e che da anni portano avanti una posizione contro la riforma. Ora si va avanti con forza perché la cosa più importante è dare servizi e risposte alla gente e spero in primavera di fare un secondo incontro per chiudere la convenzione e questa volta, organizzato a livello istituzionale con tutti i sindaci, ricordando che la sanità pubblica è un bene importante che va difeso ma che nel nostro caso la gestione convenzionata con il privato ci potrà dare le risposte che ci occorrono”.

22 dicembre 2017

Lungodegenza a Cagli: il consigliere regionale Gino Traversini annuncia l'avvenuto accordo per la convenzione col privato-

Riporto da Flaminia & dintorni l'articolo di Simone Giacomucci sull'argomento
Simone Giacomucci  Flaminia & dintorni
É stato anche annunciato che si stanno istallando delle apposite piazzole in tutta la regione per poter permettere all’eliambulanza di alzarsi anche nelle ore notturne
Si è tenuto ieri sera, presso il ridotto del Teatro comunale di Cagli, un incontro promosso dal Partito democratico della zona Catria e Nerone, per informare la cittadinanza della convenzione che è stata firmata proprio qualche giorno fa con la società KOS CARE (che già gestisce il centro riabilitativo Santo Stefano di Cagli), per quanto riguarda la lungodegenza e i vari servizi ospedalieri ed ambulatoriali della struttura cagliese. Moderatrice della serata è stata Cinzia Scardacchi (coordinatrice Pd zona Catria e Nerone).
Sono intervenuti Gino Traversini (consigliere regionale delle Marche), Fabrizio Volpini (presidente della IV commissione sanità e politiche sociali della regione Marche), Enrico Brizioli (a.d. di Kos Care). Presenti anche il sindaco di Acqualagna Pierotti, quello di Cantiano Piccini, l’assessore alla sanità del comune di Cagli Polidori, il presidente dell’Unione montana Catria e Nerone Passetti (nonché sindaco di Frontone) e Fernanda Marotti (Forum Beni Comuni). É stata illustrata, allo scarso pubblico presente, la convenzione sottoscritta e i vari servizi ospedalieri che verranno riattivati già a gennaio dal privato: neurologia, urologia, pneumologia, ecocolordoppler e fisiatria, oltre ai 20 posti di riabilitazione già presenti. Inoltre Traversini ha annunciato che in primavera ulteriori servizi come la fisiatria e la diagnostica potrebbero essere riattivati dalla stessa società privata KOS CARE, con una nuova convenzione.

É stato anche annunciato che si stanno istallando delle apposite piazzole in tutta la regione per poter permettere all’eliambulanza di alzarsi anche nelle ore notturne. Diversi interventi dei presenti si sono focalizzati sulla situazione alquanto critica dell’emergenza-urgenza (che non rientra nella convenzione col privato), con il PAT trasformato in ACAP (un ambulatorio medico) e una sola ambulanza medicalizzata (l’altra viene condivisa con Fossombrone ogni 15 giorni) che devono coprire ben 7 comuni dell’entroterra. In diversi hanno chiesto, in realtà senza trovare risposta, per quale motivo i servizi che andrebbe ad erogare il privato, non riusciva ad erogarli l’Asur, allo stesso prezzo e condizioni. Diversi cittadini, in disaccordo per questa convenzione sottoscritta, hanno lasciato dei cartelloni all’ingresso e lungo le scale per manifestare tutta la loro contrarietà.

20 dicembre 2017

Facciamo il punto sulla questione dell'Ospedale

di Lucio Palazzetti
A questo punto non è tanto il privato in convenzione per i posti letto di lungodegenza a Cagli che non mi piace. Mi preoccuperei di più per il modo e per i tempi lunghi con i quali questo si sta realizzando. Se fosse avvenuto senza soluzione di continuità noi non ce ne saremmo neanche accorti. Mi preoccupa di più sapere come questo privato svolgerà il servizio, la qualità del personale sanitario, quali livelli di prestazioni gli saranno assegnati, quale controllo verrà esercitato dalla dirigenza sanitaria. E poi mi preoccupa la presenza di una sola ambulanza medicalizzata e l'inadeguatezza del PAT alle esigenze del nostro territorio. Ed ancora mi preoccupa il ritardo con il quale vengono attivati gli ambulatori specialistici, i tempi di attesa per i nostri anziani poco disponibili a viaggiare per avere una visita specialistica in tempi accettabili. E mi preoccupano le condizioni di intasamento in cui versano i reparti dell'ospedale di Urbino, in primis il Pronto Soccorso, oltre allo smantellamento progressivo dell'ospedale di Fano per fare posto, come si dice, anche lì al privato, chissà come e quando come sta avvenendo a Cagli. Non mi sembra che queste esigenze siano in contrasto con i vari decreti ministeriali che hanno rivoluzionato la sanità pubblica. Temo invece che vadano contro una ferma volontà degli amministratori regionali di realizzare i loro discutibili obiettivi per malcelati interessi politici e privati, unitamente ad una evidente incapacità esecutiva dei dirigenti sanitari. Ma queste cose sono emerse da tanto tempo grazie alle iniziative dei comitati, dei Sindaci, dei cittadini e non nascondiamoci dietro alla mancanze di unità da parte di questi: se i comitati espongono problemi diversi, se il Patto di Piagge non è uguale al Patto di Cagli, se la destra prospetta soluzioni diverse dalla sinistra, alla fine è l'amministratore che deve cogliere il senso della protesta da dovunque provenga adottando responsabilmente le soluzioni alle istanze pervenutegli. E le soluzioni adottate fin'ora non piacciono a nessuno.

Desidero riportare qui alcune considerazioni postate in più puntate da Sara Moscatelli, notoriamente ben informata da come procedono le cose all'interno del nostro ex ospedale.

Sara Moscatelli - fB  -  11 dicembre 2017 e seguenti.

Questa è una settimana intensa ...riunioni ...conferenze ..manifestazioni ...oggi è lunedì e io voglio cominciare dall’informare tutta la cittadinanza ...e vi chiedo di perdere un attimo del vostro tempo ....per essere informati...

Oggi parto con 
COME NASCONO LE CURE INTERMEDIE

In sintesi la definizione "cure intermedie "la cui origine risale ai primi anni 90 in Inghilterra ,è stata spesso criticata dal momento che comprende elementi talora non omogenei .
Sono quelle cure di cui le persone fruiscono una volta dimesse dall ospedale e prima del rientro a domicilio .
Nell ambito della rete dei servizi ,alcune delle forme possibili e maggiormente utilizzate di cure intermedie sono :
Ospedalizzazione al domicilio 
Post acuzie e lungodegenza 
Day hospital
Nursing home (rsa, residenza sanitaria assistenziale, casa protetta)
Ospedale di comunità 
Comprendendo servizi così variegati si potrebbero correre rischi non solo per gli assistiti , ma anche per l efficienza del sistema , sicuramente conseguenti ad una pianificazione affrettata che prescinde dai risultati clinici
Talora il legislatore dimentica che questo percorso di cura riguarda con maggior frequenza persone anziane , fragili e perciò vulnerabili di perdere ulteriore quote di autonomia .
Talvolta i risultati attesi non vengono raggiunti per diversi motivi :
La definizione é imprecisa e frettolosa 

Non vi è residenza certa e di efficacia 

Vi è il rischio di insufficienza preparazione specialistica del personale 
Il modello può divenire , in maniera inaproppiata , la valvola di sfogo di un assistenza ospedaliera per acuti insufficienti 
Speriamo che nella nostra regione siano evitati questi pericoli

Il percorso nazionale e della regione marche 
Il decreto del ministero della salute 70 / 2915 ( conosciuto come decreto balduzzi ) , che ha come oggetto il regolamento recante definizione degli standard qualificarci strutturali , tecnologici e quantitativi relativi all assistenza ospedaliera dispone che la programmazione regionale provvede alla definizione della rete dei posti letto ospedalieri per acuti , attribuendo ai presidi ospedalieri pubblici e privati accreditati le relative funzioni definendo che un ospedale per acuti deve avere un bacino d utenza di circa 80.000 abitanti per essere classificato come ospedale di base ( é il bacino di utenza teorico dell ospedale di Urbino ), organizzato nei servizi di base corrispondenti al vecchio ospedale di zona , come era il nostro negli anni passati .
dispone altresì che per avere reparti specialistici é necessario avere un bacino di utenza150.000- 300.000 abitanti (Ospedale di 1' livello), corrispondente ad una popolazione poco inferiore di quella della nostra provincia 
Inoltre definisce che le aziende ospedaliere possono essere solo gli ospedali di 2 ' livello con un bacino di utenza tra 600.000 e 1.200.000 abitanti ( la nostra regione alla fine dell anno 2016 aveva una popolazione di 1.538.055) 
Come vedete la nostra struttura ha già dato ,sono curiosa di capire come questo DM inciderà nelle altre strutture quando verrà definito il nuovo piano sanitario regionale.
Per struttura intermedia , onnicomprensiva della qualsivoglia tipologia o " provenienza "del paziente , si intende una struttura sanitaria a valenza territoriale, anche basata su moduli diversificati di ricovero e di assistenza idonea ad ospitare
1.     pazienti in dimissione dai reparti per acuti degli ospedali , per i quali é necessario 
·         consolidare le condizioni fisiche 
·         continuare il processo di recupero funzionale 
·         accompagnare il paziente con fragilità individuale e sociale nella prima fase del post acuzie 
2.     pazienti provenienti dal territorio per i quali il MMG richieda un ambiente protetto per attuare/ proseguire le proprie terapie al fine di evitare o preparare il ricovero in struttura ospedaliera.
Stabilisce inoltre che i piccoli ospedali possono essere trasformati in ospedale di comunità e ne definisce le caratteristiche 

È una struttura con un numero limitato di posti letto (15/20) gestito da personale infermieristico , in cui l assistenza medica é assicurata dai medici di medicina generale o dai pediatri di libera scelta o da medici dipendenti o convenzionati con il ssn 

La responsabilità igienico organizzativa e gestionale fa capo al distretto che assicura anche le necessarie consulenze specialistiche 
Prende in carico pazienti che necessitano :
- di interventi sanitari potenzialmente erogabili a domicilio ma che necessitano di ricovero in queste strutture in mancanza di idoneità del domicilio (strutture e familiare)
- di sorveglianza infermieristica continuativa
La degenza media prevedibile é di 15/20 giorni 
L accesso potrà avvenire dal domicilio o dalle strutture residenziali , dal domicilio o dalle strutture residenziali su proposta del medico di famiglia titolare della scelta, dai reparti ospedalieri o direttamente dal pronto soccorso .
L assistenza sarà garantita sulle 24 ore dal personale infermieristico ed addetto all assistenza , dai medici di medicina generale ,dai pediatri di libera scelta e dai medici di continuità assistenziale. 
La sede fisica dell ospedale di comunità potrà essere oppurtanamente allocata presso i presidi ospedalieri riconvertiti e/o presso strutture residenziali.

Con la drgm 735/2013 il nostro ospedale veniva trasformato in casa della salute e nella programmazione operativa di area vasta , veniva qualificato di tipo c , che prevedeva anche alcune attività ospedaliere (in particolare lungodegenza post acuzie e day surgery), in fondo i servizi essenziali che oggi chiediamo. Purtroppo per motivi elettorali quella dgrm finì in un cassetto.
Poi la dgrm 139 /2016 inizia il graduale depotenziamento della nostra struttura.
L ospedale viene trasformato in ospedale di comunità a cui viene assegnato : 35 letti di cure intermedie , 20 di riabilitazione intensiva ospedaliera gestita dal privato , dialisi , guardia medica , potes medicalizzata , punto prelievi e varie attività ambulatoriali parzialmente attivate
Con la dgrm  960 /2014 la Regione approva il regolamento delle cure intermedie .

Seconda parte
COME FUNZIONA O DOVREBBE FUNZIONARE L OSPEDALE DI COMUNITÀ
Ci si riferisce all ultimo atto ( determina della direzione asur n 670 del 15/11/2017, non certo tempestiva , che ha come oggetto il regolamento cure intermedie , punto assistenza territoriale e ambulatori infermieristici ( stranamente non si parla di acap)
Si approva il regolamento e si prevedono ,nell anno 2018 , percorsi formativi per gli operatori ( meglio tardi che mai )
Si ribadisce quanto scritto nel DM70 e si ribadisce che le tipologie di pazienti ammissibili sono : 
- post acuti o cronici per lo più anziani con basso regime di imprevedibilità e/o instabilità clinica 

- condizioni cliniche compatibili con la possibilità del trasferimento del paziente ad altro regime assistenziale 

- l ammissione avviene dopo valutazione della proposta da parte dell unità valutativa integrata ( U.V.I composta da vari professionisti medici , infermieri , assistente sociale ) che ne stabisce l ammissibilità e stila poi il piano assistenza individuale (P.A.I cioè la prescrizione assistenziale ) dal momento che il ricovero può essere accettato anche da personale infermieristico in assenza del medico .
Si stabilisce che l assistenza é prevalentemente infermieristica e che l assistenza viene assicurata dai medici di assistenza primaria (MMG) che divengono così i referenti clinici entrando nel merito del completo percorso assistenziale dal ricovero alla dimissione.
La presenza medica diurna può essere assicurata anche dai medici di continuità assistenziale ( ex guardie mediche ).
È previsto anche un altro modello organizzativo che prevede la presenza di medici ospedalieri che dovrebbero essere ricollocati , dalla dotazione organica ospedaliera , all interno della dotazione organica del distretto.
Non posso immaginare come un medico che ha deciso di lavorare in ospedali per acuti possa fare questa scelta .
Mi sembra lecito interpretare questo coinvolgimento dei dipendenti solo per il periodo necessario ad acquisire la disponibilità dei medici generali/guardie mediche ,come sta avvenendo adesso visto che la loro presenza gradualmente viene sempre più ridotta (medici dipendenti solo di giorno e nei giorni feriali).
Il tempo medio di durata del ricovero é di circa 30 giorni continuativi , questo può essere prorogato su richiesta del medico solo su presenza di condizioni eccezionali che comunque debbono essere rivalutare dall U.V.I.
Inoltre questo livello di ricovero non può di norma superare i 60 giorni nello stesso regime di ricovero nell arco dell anno solare .
Al termine dei 60 giorni il cittadino dovrà contribuire alle spese con una quota alberghiera .
Con la DGRM n 1331/2014 , le cure intermedie vengono equiparate alle cure residenziali R2.1 , con una quota alberghiera a carico di utente / comune nei casi in cui prevede il pagamento della quota stessa.
Tale compartecipazione scatta dopo 60 giorni , se non vi sono proroghe , di ricovero nell anno solare , comprensive anche delle giornate di ricovero in RSA o non si azzera mai se la degenza é senza interruzione 
Chiaramente siamo divenuti un RSA e non siamo più un ospedale .

COM É REGOLAMENTATO IL PAT CHE SOSTITUISCE IL PUNTO DI PRIMO INTERVENTO ( PPI)
" A tendere chi vi opera dovrà essere un medico delle cure intermedie ( medico di medicina generale ) o un medico della continuità assistenziale ( ex guardia medica ).
In attesa di riorganizzare l attività , secondo quanto sopra stabilito , potranno essere impegnati ........medici dipendenti che operano negli ospedali di continuità per la copertura dell orario diurno feriale .......
In ultimo e solo per un periodo strettamente necessario al passaggio delle soluzioni sovraesposte potrà essere utilizzato personale del 118 .

È presente personale infermieristico del territorio nelle 12 ore diurne nei giorni feriali e sei ore nei prefestivi .
Le prestazioni minime assicurate al Pat sono :
- visita medica e presa in carico per patologie minori 

- medicazioni ferite superficiali 

- gestione dei sanguinamenti nasali anteriori 
- trattamento traumi minori 
- prestazione infermieristiche 
- Prelievi di sangue ed esami radiologici

Qualora il cittadino che accede presenta situazione a carattere di urgenza ed emergenza verrà presa incarico dal 118.

Terza parte
domani l ultima ...un quadro completo di quello che è oggi il nostro ex ospedale ....dove poi ognuno quando è informato potrà fare le proprie valutazioni e scelte ....
COM'È REGOLAMENTATO L AMBULATORIO INFERMIERISTICO
Per ambulatorio infermieristico si intende la struttura o il luogo fisico preposto alla erogazione di cure infermieristiche e gestire direttamente da personale infermieristico
Sono editabili le seguenti prestazioni programmabili :
- medicazioni semplici e complesse 
- medicazioni ferite difficili 
- bendaggi semplici e/o elastocompressivi 
- medicazioni accessi vascolari 
- gestioni stomie 
- posizionamento e gestione di cateteri vescicale 
- rimozioni punti di sutura delle ferite chirurgiche , eccetto in pazienti in terapia anticoagulante 
- terapia iniettiva ( intramuscolo , sottocutanee , endovene , escluso chemioterapici )
Questo ambulatorio che viene come "un nuovo modello di gestione ed organizzazione dell assistenza infermieristica " ...Non è altro che un operazione di trasloco di tale attività nell ex ospedale dalle strutture distrettuali dove veniva già fornito lo stesso servizio
QUALI SERVIZI OFFRE OGGI IL NOSTRO OSPEDALE DI COMUNITÀ? ??
- Ambulatorio ortopedico ( 1 volta a settimana )
- ambulatorio cardiologico ( 3 volte a settimana )

- Ambulatorio per i Doppler ( vascolare 1 volta a settimana a pagamento )

- Ambulatorio chirurgico ( 1 volta ogni 15 giorni ) 
- Ambulatorio diabetologico ( 1 volta a settimana )
- Ambulatorio terapia del dolore ( 1 volta a settimana )

Per il resto degli ambulatori specialistici é impossibile dare con certezza i giorni , funzionano a singhiozzo e ogni settimana ci viene comunicato il calendario

"UNO É MEGLIO CHE NIENTE "
Leggendo in giro da fonti autorevoli 
Rapporto oasi 2017 
Osservatorio sulle aziende e sul sistema sanitario italiano :
#8 la centralità e le prospettive del privato italiano 
Il 25% dei posti letto ospedalieri , il 59% degli ambulatori e il 78% delle strutture socio sanitarie residenziali del SSN sono privati accreditati .
Erogatori pubblici e privati sono fortemente complementari del SSN anche perché il privato copre, tra le alte, alcune aree dove la domanda é in crescita e l offerta pubblica limitata ( non autosufficienza, riabilitazione )
Azioni dirette a migliorare la continuità assistenziale tra livelli e setting di cura non possono prescindere dalla collaborazione con gli erogatori accreditati .
Il sistema pubblico, nell esercizio della commitenza, dovrebbe riflettere ed esprimere direttive più consapevoli  sugli ambiti in cui esternalizzare, garantire maggiore stabilità regolatoria e favorire metriche di programmazione e valutazione basate sulle performance

Quarta e ultima parte
Questa è la mia conclusione
Quanto descritto nei post precedenti é il racconto fedele di quello che sta succedendo al nostro ex ospedale che da ospedale per acuti é diventato ospedale di comunità, funzionalmente molto più vicino ad un RSA che ad un ospedale.
É ora di finirla di cantare storie e di giocare con i servizi sanitari con altri obbiettivi 

C é forse qualcuno che con onestà intellettuale pensa che questa giunta regionale , o la nuova che si formerà dopo la prossima tornata elettorale , stilerà un nuovo piano sanitario che ci restituirà il nostro ospedale per acuti?

Non ho mai visto ripristinare servizi sanitari soppressi , soprattutto quando le evidenze scientifiche , le indicazioni normative nazionali e le carenze economiche di finanziamento del SSN vanno verso direzioni diverse .
In fondo mi ricordo che , in tempi non sospetti , anche il dr Cecconi , aveva stilato un post in cui esprimeva la propria opinione e lasciava poche prospettive ai piccoli ospedali .
Tutto questo l’ho voluto fare affinché la cittadinanza possa tirare le proprie conclusioni e possa arrivare alle proprie valutazioni esenti da qualsiasi preconcetto ideologico .




14 dicembre 2017

I sindacati intervengono a Cagli sulla questione della Sanità

Lucio Palazzetti
Riporto qui l'articolo di Veronique Angeletti da Civetta TV sull' Assemblea dei sindacati  del 12.12.2017 a Cagli

Cagli – Più che una mobilitazione é una dichiarazione di guerra, l’ultima assemblea organizzata dai sindacati Cgil-Cisl-Uil sulla sanità pesarese. Ieri, erano a Cagli nella sala della Pretura e lunedì prossimo saranno a Sassocorvaro. Ultima tappa di un road show che le ha visti a difesa della sanità pubblica negli ospedali di Urbino, di Pesaro e doppia sosta all’Asur e al Santa Croce di Fano. Nella loro scia, cittadini ed operatori sanitari affamati di notizie sulla sorte dei loro ospedali, sul loro posto di lavoro.
Ad ogni fermata, perfezionano le loro posizioni. << Tre sono i messaggi – affermano Simona Ricci, delegata Cigl e Massimo Andreolini della Cisl -. Il primo è ovvio vogliamo dimostrare che ogni ospedale è legato all’altro ed esiste un problema provinciale e non di singolo presidio. Il secondo è far capire che tutte le decisioni sono prese in un clima così opaco che ci costringe a mobilitarsi.  Il terzo è che dobbiamo confessare che non riusciamo a capire chi nella regione ha il titolo per gestire il privato.>>
La guerra non è solo sul principio ma sui fatti.
<> Conti dispari pure sugli 80 posti letto che la Regione intende iniettare nella sanità pesarese. << Vanno a sostegno dei servizi pubblici o sono disponibili per il privato? >>
Ma l’affondo vero e proprio è quando sollevano dubbi sulla gestione personalizzata delle trattative con i privati. Quello che sembra essere successo proprio all’ospedale di Cagli: << Come può un consigliere regionale (Gino Traversini, Pd, ndr) intestarsi una trattativa con il privato? Come può spingersi perfino a fare dichiarazioni sulla gestione del personale sanitario? Come può esprimersi su posizioni di natura giuridica e contrattualistica e dare perfino l’aut-aut all’operatore sanitario sostenendo che, in un prossimo futuro, dovrà scegliere il privato o accettare di essere spostato. Posizioni sulle quali non si schiera nemmeno la direzione dell’area vasta o quando lo fa è per negare quello che poco prima tramite stampa si é annunciato.>>
Anche per il sindaco di Cagli, Alberto Alessandri la macchina della riforma sanitaria nel pesarese va assolutamente fermata.  Fuori dell’assemblea dichiara: <>

Veronique Angeletti@civetta.tv

Però questi sindacati avrebbero dovuto muoversi prima. Da quand'è che dai comitati, dagli amministratori locali, dalle proteste dei cittadini, da chiunque e da dovunque si sono levate queste denunce e queste osservazioni. Il silenzio dei sindacati è stato assordante fino ad ora. Speriamo che finalmente facciano sul serio. Per non parlare poi dei circoli locali PD. Muti come i pesci, benché nel pensiero dei loro esponenti non può non serpeggiare un profondo dissenso nei confronti di questo smantellamento dei nostri servizi sanitari.