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29 dicembre 2010

PARCHI FOTOVOLTAICI: SI O NO ?

Si parla molto questi giorni di un progetto per la realizzazione di un grande parco fotovoltaico nella Piana di Maiano.

Premetto di essere un convinto sostenitore del fotovoltaico, tuttavia ritengo che una eventuale scelta di realizzare un parco fotovoltaico di grandi dimensioni nell'area in questione sarebbe assolutamente scellerata, non solo per l'interesse archeologico della zona, ma soprattutto per il valore paesaggistico di tutto il territorio comunale che dalla strada Flaminia si estende, verso est, fra le dorsali del Monte Catria a del Monte Paganuccio. Questo non significa che secondo me in quest'area non si debbano realizzare parchi fotovoltaici: penso però che si dovrebero individuare in essa, con estrema cura e precisione, le aree dove tali parchi possano e debbano essere collocati, nell'intento di ridurre al minimo l'impatto ambientale e di ottenere i migliori risultati di produzione di energia. E questo criterio dovrebbe essere seguito anche per i parchi fotovoltaici di piccole dimensioni, perché non si può accettare una proliferazione di pannelli a macchia di leopardo. Ebbene di questi piccoli impianti già ne esistono. Provate ad affacciarvi sulla vallata in questione da uno qualsiasi dei cento, mille punti panoramici che la nostra bella campagna ci propone e provate ad immaginare di vedere qua e là, fra i campi, al posto delle coltivazioni, una miriade di grappoli di cupi pannelli fotovoltaici. E se per realizzare un impianto di piccole dimensioni bastasse una comunicazione di inizio lavori, dove pensate che andremmo a finire?
Serve quindi urgentemente un piano comunale che, alla luce dei criteri dettati dalla Legge Regionale n. 7/2004 e successive modificazioni, regoli questa materia. E questo dovrebbe evvenire prima che vengano presentati i progetti e non dopo. Potreste immaginare che distribuzione avrebbero i capannoni industriali se non esistessero i piani regolatori che definiscono le aree industriali ed atrigianali? Tuttavia ho letto le motivazioni con le quali la Provincia di Pesaro-Urbino ha rinviato il progetto del parco fotovoltaico della Piana di Maiano alla Valutazione di Impatto Ambientale e quello che ho letto mi lascia ben sperare.

Provincia di Pesaro-Urbino - Determinazione n. 3371 del 14/12/2010

Giudicate voi.

10 dicembre 2010

AL VIA I LAVORI PER I NUOVI BAGNI PUBBLICI

Si è concluso in questi giorni l’iter amministrativo inerente la realizzazione dei nuovi bagni pubblici di Cagli in precedenza collocati a lato della chiesa di San Giuseppe, dove ora è l’ascensore degli uffici comunali obbligatorio per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
I nuovi bagni pubblici, separati per sesso, saranno articolati in due ampi antibagni, e da otto cabine WC di cui due riservate ai disabili. Negli antibagni sono previste due docce, separate con apposita cabina e rispettivo spogliatoio utili specie in presenza dei gruppi che giungono in città per tenere spettacoli all’aperto, e che volendo potrebbero essere utilizzate anche per attivare un servizio docce.
La struttura sarà realizzata al pianterreno di Palazzo Luperti oggi sede degli uffici amministrativi della Comunità Montana dove in precedenza erano i vecchi bagni della scuola e la lavanderia dell’istituto degli Orionini. L’accesso sarà garantito dalla riapertura di una vecchia porta murata su vicolo Bricchi il che consentirà di ricomporre la facciata su via Lapis del seicentesco Palazzo eliminando l’ampia porta tipo autorimessa che era stata realizzata negli anni Cinquanta del Novecento.
La collocazione dei bagni pubblici tiene conto sia della tipologia del finanziamento europeo del progetto di euro 68.500 assegnato dalla Regione Marche con decreto n° 481 del 14.12.2009 per le aree mercatali e sia del fatto che, cambiate la sensibilità, era difficile riproporli in prossimità di piazza maggiore.
“Con questa realizzazione (afferma il Vice Sindaco Alberto Mazzacchera con delega al Turismo) si fa fronte ad un’esigenza reale che era emersa a seguito della chiusura dei vecchi bagni pubblici a causa dei lavori di restauro che hanno interessato il Palazzo Pubblico. Con un lavoro di squadra avviato nel 2008 insieme all’Assessore Massimo Ciabocchi (oggi Presidente della CM) nelle prossime settimane saranno appaltati i lavori che si dovranno concludere entro febbraio 2011. Quest’opera, fortemente voluta dal Sindaco Catena e realizzata in stretta sinergia con la Comunità Montana, soddisfa così tanto le esigenze del mercato settimanale quanto quelle dei turisti senza dimenticare i cittadini che giustamente ne rivendicavano la riapertura”.


Nella foto, uno dei tanti vespasiani che non molti anni fa, dislocati in ogni angolo della città, rispondevano egregiamente alle esigenze ...solo maschili però.

8 dicembre 2010

NATALE A CAGLI

Si preannuncia ricco di iniziative
il Natale a Cagli
(specie nei week-end 11-12 e 18-19 dalle ore 15:30 alle 20:30)
messo a punto dal Comune di Cagli
con i commercianti cagliesi che hanno aderito
l’ associazionismo
no-profit
gli sponsor
che hanno sostenuto chi la manifestazione nel suo complesso e chi il
concerto Gospel che si chiuderà con la cascata di fuoco
e i giochi pirotecnici dal Torrione.

Molti i momenti di animazione dedicati ai giovanissimi accanto al mercatino di Natale strutturato con casette in legno realizzate ad hoc poste lungo Corso XX Settembre, dove trovare idee regalo ma anche, sulla scorta dei mercatini della mitteleuropea, degustare gustosi aperitivi accanto alle tradizionali castagne e vin brulè.

Per i giovanissimi ci sarà Babbo Natale con la slitta, elfi, mamme Natale, zucchero filato e molti divertenti laboratori animati dai ragazzi dello Yabadabaduu. Nella casetta di Babbo Natale sarà possibile lasciare letterine ma anche ritirare doni natalizi.

Le vie del centro saranno anche animante dai trampolieri e dagli zampognari e ci saranno gli asinelli di Monte Paganuccio per insolite passeggiate.

E poi nel cortile di Palazzo Berardi Mochi-Zamperoli sotto il grande vischio si potranno fare brindisi augurali, scambiarsi doni o semplicemente scattarsi delle benaugurali foto ricordo.

Ricca la lista anche quest’anno dei presepi nelle chiese del centro storico che sono un’occasione per potere apprezzare il ricco patrimonio storico-artistico della città.

Il calendario è anche carico di appuntamenti
dall’ Operetta “La Principessa della Czardas” (11 dicembre)
al Concerto di Natale del Rotary (17 dicembre),
al Film della Banda Grossi (18 dicembre)
agli “Auguri in Danza” di Movimento Fantasia (19 dicembre)
al concerto del Coro Polifonico (23 dicembre)
fino al Concerto del Corpo Bandistico (28 dicembre).
Accanto alla
Mostra Fotografica “Cagli dei fotografi”
è la serie dei quattro concerti d’organo in Cattedrale.

PRECISAZIONE DEL VICE SINDACO MAZZACCHERA IN MERITO ALLA DICHIARAZIONE DI NINEL DONINI DI IdV

"Lo scorso venerdì 26 novembre - precisa il Vice Sindaco Mazzacchera - si è tenuta a Cagli la pubblica conferenza di Vittorio Sgarbi nel Salone degli Stemmi di Palazzo Pubblico strabocchevole di cagliesi.
Ad ascoltare il più noto critico d’arte in Italia che ha espresso straordinari elogi sui tesori di Cagli, sugli innumerevoli restauri dei beni culturali e sulle opere d’arte recuperate dal Lapis alla caminiera dell’Ammannati, c’erano anche alcuni studenti della Scuola Media inferiore di Cagli ma a tal proposito si tiene a precisare che il Comune di Cagli, a differenza di quanto dichiarato da Ninel Donini, non ha mai chiesto alcuna presenza ufficiale della Scuola a tale iniziativa. Con lettera è stato domandato semplicemente di informare studenti e docenti di tale conferenza serale lasciando pertanto i singoli liberi, data anche l’ora, di partecipare a loro discrezione. La Dirigenza scolastica ha tenuto a confermarci di essersi attenuta a tale nostra istanza di mera comunicazione di un’iniziativa culturale che riguardava direttamente anche Cagli visto che nel libro “L’Italia delle meraviglie” Vittorio Sgarbi ha dedicato alla nostra città ben sei pagine. Ci sono oggi molti turisti che giungono a Cagli proprio grazie al libro di Vittorio Sgarbi che venerdì sera (come possono testimoniare coloro che erano presenti) è stato sicuramente più interessante e più istruttivo di tanti programmi televisivi o giochi virtuali col PC".
Alberto Mazzacchera

Questo era stato l’intervento di Ninel Donini comparso sulla stampa locale:
“Su Sgarbi grave scivolone”
“E’ ancora viva - aveva scritto Ninel Donini dell’ Idv - l’immagine di una Sala degli Stemmi con la presenza dell’onorevole Vittorio Sgarbi. L’iniziativa organizzata da Amministrazione Comunale, Unilit e Pro Loco aveva come scopo dare visibilità a Cagli ed ai suoi tesori artistici. Si potrebbe dissentire sulla scelta del testimonial ma si possono, al contempo, comprendere le motivazioni. Ma che l’Amministrazione invii una circolare alla dirigenza scolastica per sollecitare la presenza ufficiale di insegnanti ed allievi all’incontro con Sgarbi, mi pare uno “scivolone” didattico e pedagogico, le cui responsabilità vanno divise, in maniera più o meno identica, tra amministrazione e dirigenza scolastica. Un adulto è in grado di discriminare quali comportamenti seguire e quali no di una persona ma, presentare, come modello da ammirare ed eventualmente imitare chi nel grande spazio televisivo concessogli aggredisce verbalmente e con linguaggio colorito coloro che esprimono opinioni diverse, mi pare non in sintonia con quelli che dovrebbero essere gli obiettivi educativi e didattici. E la dirigenza scolastica e i professori come pensano di poter convincere ed essere ascoltati quando inviteranno i giovani al confronto pacato, al rispetto dell’altro, al linguaggio pulito?”.
Ninel Donini

26 novembre 2010

DISSENSO PER LA CANCELLAZIONE DI VIA RISORGIMENTO

da un post di Mario Carnali su Facebook

Il nostro cronista ci è andato pesante. Però appare evidente che per lo meno non è stata rispettata la priorità degli eventi: Corrado Cagli avrebbe aspettato senza battere ciglio che la nostra Città gli intitolasse finalmente una via, fino al giorno in cui, solennemente, sarebbe stato consacrato al Risorgimento italiano il nostro ponte sul Burano che unisce Cagli nuova al Centro storico. Solo allora ci si sarebbe dovuta poter prendere la libertà di rimuovere la scritta di via Risorgimento per sostituirla con quella di via Corrado Cagli. Ma va bene lo stesso: noi, a Cagli, abbiamo ben altri problemi !



CAGLI CELEBRA L’ARTISTA CORRADO CAGLI

Nel centenario della nascita la città di Cagli celebra, sabato 27 novembre alle ore 11:00 nel Salone degli Stemmi del Palazzo Pubblico, un grande protagonista del Novecento: l’artista Corrado Cagli (1910-1976).
Accanto alla costituzione del Comitato Nazionale delle Celebrazioni voluta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e alla mostra inaugurata pochi giorni fa a Pordenone, nella città della quale i Cagli sono originari e derivano il loro cognome viene lasciata una traccia di questo centenario.
Una mostra fotografica a Palazzo Berardi Mochi-Zamperoli sull’artista e l’intitolazione di una pubblica via costituiscono gli elementi centrali. Con la medesima delibera (approvata dal Prefettura, Soprintendenza e Deputazione di Storia Patria), nel mutare Via Risorgimento (costruita nel 1922) in Via Corrado Cagli è già stata disposta l’intitolazione dei tre ponti di accesso al centro storico a due protagonisti del Risorgimento quali il pesarese Terenzio Mamiani e a Cavour. Il ponte invece che collega il centro all’area di espansione immettendosi su Via Goffredo Mameli sarà denominato Ponte del Risorgimento. Alle intitolazioni dei ponti (che saranno rese pubbliche il 17 marzo 2011 che sarà la festa nazionale dell’Unità d’Italia) si affiancherà nel 2011 l’erezione di un monumento e la dedicazione di un’area all’Unità d’Italia.
Dunque una Via è dedicata a Corrado Cagli che è una delle personalità artistiche più rilevanti del XX secolo caratterizzata com’è da versalità pittorica e da straordinarie capacità di promozione di idee e nuove poetiche. Egli è, specie a far data dal grande ritorno in patria avvenuto negli anni 1947-48 (dopo le persecuzioni razziali fasciste), autentico protagonista di un vasto movimento di risveglio dell’arte figurativa a Roma e in Italia al punto che in quegli anni non vi sono giovani di qualche talento che in qualche modo non si uniscono a lui.
E ancor prima la coerenza con un’etica esistenziale e civile che conduce alla definitiva rottura con l’ortodossia culturale ufficiale del regime fascista, da un lato lo porta fina dal 1937 ad esprimere pienamente la sua libertà d’iniziativa artistica e dall’altro lo incalza all’impegno morale quale ufficiale nell’esercito americano per la difesa dei valori democratici.
Le celebrazioni cagliesi sono un omaggio all’arte del Novecento della quale Corrado Cagli è uno dei maggiori maestri, ma è anche un tributo alla libertà d’espressione artistica della quale egli è stato fedele e indiscusso protagonista. La città di Cagli inoltre intende esprimere un gesto di fraternità a seguito del torto dell’allontanamento forzoso che la genia dei Cagli, per discriminazioni razziali, ha in primis subito nel 1631 a causa dell’applicazione delle disposizioni del nuovo governo pontificio.
Alla cerimonia porteranno, tra gli altri, il loro saluto il Presidente del Consiglio Regionale Vittoriano Solazzi ed il Presidente della Provincia Matteo Ricci.

24 novembre 2010

Sgarbi a Cagli venerdì 26 novembre


Il critico e storico dell’arte Vittorio Sgarbi venerdì 26 novembre alle ore 21:00 sarà a Cagli (Salone degli Stemmi del Palazzo Pubblico) ad illustrare il suo ultimo libro pubblicato da Saggi Bompiani: Viaggio sentimentale nell’Italia dei desideri.
La conferenza, organizzata dal Comune di Cagli – Assessorato Beni e Attività Culturali in collaborazione con Pro Loco e UNILIT, è attraverso, la narrazione di uno dei più straordinari viaggiatori e oratori d’Italia, un invito a viaggiare lungo la penisola per scoprirne i suoi tesori, le sue vere miniere d’oro: le opere d’arte nel loro contesto storico-culturale ma anche architettonico e paesaggistico.
Non è un caso che Vittorio Sgarbi dedichi molto spazio a meraviglie poco note ma strabilianti, perché come egli stesso scrive: “andrebbe conservata e tutelata tutta questa bellezza, se ne dovrebbe avere la piena consapevolezza, per evitare di mancarle di rispetto, deturparla, violentarla”. D’altra parte lo slogan che sintetizza l’ultimo impegno letterario di Sgarbi recita che “solo il sentimento della continua bellezza potrà esserti di guida”. E lui che come pochi altri ha saputo viaggiare instancabilmente in ogni parte d’Italia senza chiudersi nel ruolo del semplice osservatore ma dando anche battaglia come nel caso delle pale eoliche che guastano l’armonia di paesaggi unici al mondo, magistralmente traccia un viatico emozionale. Questo non è infatti solo una ricerca di arte minore o comunque poco nota, lontano dalle rotte fin troppo abusate del Grand Tour. Qui Sgarbi dispiega la sua consapevolezza di esperto e consumato osservatore quando rammenta che “illustrare un quadro non deve essere la spiegazione di quello che si vede, ma la rivelazione di quello che non si vede” e lo fa con un linguaggio chiaro, tecnico a tratti ma senza stucchevoli tecnicismi.
A ricordare l’importanza degli itinerari tracciati da Sgarbi lungo l’Italia sono proprio i viaggiatori. “Grazie, ad esempio, alle sei pagine dedicate a Cagli (dichiara il Vice Sindaco con delega ai Beni e Attività Culturali Alberto Mazzacchera) tanti sono i turisti che giungono nella nostra città, spesso con il libro sottobraccio, e si meravigliano di trovare notevoli opere d’arte che nessuno aveva mai segnalato in ambito nazionale con tanta efficacia e forza prima di Vittorio Sgarbi”.

23 novembre 2010

I canti del vento

Incontro con l'autore


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venerdì 26 novembre 2010

ore 18

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Sala Fernando Mencherini (Ridotto del Teatro Comunale)

Cagli (PU)

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PRESENTAZIONE DEL LIBRO

I CANTI DEL VENTO

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di


Vitaliano Angelini

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ingresso libero

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Coordinatrice dell'incontro Prof.ssa Ninel Donini

4 ottobre 2010

CRONACA DELLA 5^ ESCURSIONE DELLA FAUM DI CAGLI

Si è concluso domenica 3 ottobre al Rifugio Corsini di Monte Nerone il programma di itinerari organizzati da alcuni appassionati escursionisti cagliesi, con il patrocinio della FAUM.Come da programma, i partecipanti si sono ritrovati di buon’ora a Porta Massara per spostarsi in auto fino alla Chiesa di Fosto dove, parcheggiate le vetture, si sono messi in cammino lungo la strada che da Fosto (540 m.s.l.m.) conduce al Cimaio. Al primo tornante, lasciata la strada, l’itinerario è proseguito per un sentiero stretto ed accidentato che, attraversata una vecchia cava di pietra grigna, si è immesso in una carrareccia proveniente dal ponte sul Fosso Tragolone, presso l’abitato della Cardella.
Da qui una salita moderata ed agevole, avvolta in una folta macchia, mostrava, di tanto in tanto, verso nord ampi panorami sul Montefeltro, mentre verso est incombeva la potente parete del Cimaio (un salto di circa 250 m.) con le stratificazione della scaglia bianca e della scaglia rossa in bella vista, separate dal nerastro livello Bonarelli.


Verso quota 1100 si è giunti alla fonte dell’Acqua Ghiacciata e poco dopo, in mezzo ad un prato ricco di Mazze di Tamburo e di Cappucci, la Casciaia Mochi ha accolto gli escursionisti per una breve sosta di ristoro e qualche foto di rito.



Dalla Casciaia Mochi, ripresa la marcia, i nostri escursionisti si sono inerpicati attraverso i prati scoscesi che salgono fino alla Montagnola (1486 m.s.l.m.), in parte costeggiando ed in parte percorrendo la strada che proviene da Cerreto, famosa per il passaggio del Giro d’Italia del 2009, anno del centenario.


Testimonianza dell’evento è il monumento collocato vicino alla strada, in uno dei punti più panoramici del Monte Nerone. Un saliscendi lungo la strada che conduce alla Cupa, sotto le antenne della RAI, e che poi lambisce la Colonia di Don Orione, ha infine condotto il nostro gruppo al Rifugio Corsini, meta della piacevole camminata.



Un pranzo tradizionale, degno di tale appellativo, ha restituito le energie consumate ed ha rallegrato gli animi dei commensali.







Il rientro alla Chiesa di Fosto dove erano parcheggiate le auto, ha dato modo ai partecipanti di assistere ad un evento importante: l’ultima Messa domenicale celebrata in quella chiesa da un frate cappuccino. Proprio l'ultima, in conseguenza della chiusura del convento dei Cappuccini di Cagli e del trasferimento ad altre sedi dei tre frati fino ad oggi lì presenti, frati ai quali era affidata fino a questo momento la cura delle anime di alcuni centri abitati periferici, tra i quali Fosto e dintorni. Ed è stato commovente ascoltare l’annuncio ufficiale del fatto pronunciato dal frate al termine della Messa e cogliere la tristezza nei volti dei parrocchiani presenti, consapevoli della perdita di una tradizione che molto difficilmente tornerà mai a rivivere. O meglio, di un servizio spirituale del quale non potranno più fruire.

CRONACHE DELLE ALTRE ESCURSIONI

1 ottobre 2010

UN PONTE TRA LA CHIESA E LA SOCIETA'...

INIZIATIVA
DELL'L'ASSOCIAZIONE CONTEMPORANEO


Presentazione del libro


"Dal Concilio, la laicità"

di Luciano Benini, fisico, attivista per la pace, per l'ambiente, per il bene comune, consigliere comunale di Fano.



Venerdì 8 ottobre alle ore 18

Sala Fernando Mencherini
(ridotto del Teatro Comunale)

Ingresso gratuito
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Luciano Benini

Dal Concilio, la laicità
Edizioni
Banca del Gratuito

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Prefazione
di Giorgio Magnanelli

Quelli che vengono raccolti in questa agile pubblicazione sono due recenti interventi di Luciano Benini tenuti a Pesaro, il primo all’Università della Libera Età e il secondo all’Istituto Secolare Regnum Marie. Il primo dei due testi è titolato “I cattolici nella realtà italiana dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II”, mentre il secondo tratta del “Il Cristiano e la Laicità”.

Sono due temi che si toccano e si intrecciano in diversi punti e che, rincorrendosi, stimolano la riflessione comune sugli aspetti più attuali dell’intorno del cristianesimo. Infatti, ragionare oggi sull’evoluzione del mondo cattolico italiano, significa dare corpo, prioritariamente, proprio alla questione della laicità. Il laico che intendiamo in queste note non è tanto il laico versus il chierico, quanto il laico cattolico impegnato a declinare il Vangelo in quella che il Concilio stesso definisce la “Città degli uomini” ed è chiamato a dialogare con tutti e a rendere – appunto - laiche le perle della propria fede. Questa prospettiva prende proprio il via dagli orientamenti emersi dal Concilio Vaticano II e si snoda in tutto il periodo successivo fino ai nostri giorni, passando attraverso i giganti della Chiesa degli ultimi cinquant’anni: Giovanni XXIII, Mazzolari, Dossetti, Lercaro, Milani, Giovanni Paolo II, Haring, Paolo VI, Martini, Bettazzi, Sorge, che Luciano Benini lega efficacemente tra loro attraverso il pensiero e l’azione del loro apostolato laico, presso il laici. Il Concilio Vaticano II ha indicato una prospettiva che da sempre costituisce una base comune di riferimento tra la visione “socio-politica” della laicità e quella “religioso-ecclesiale” della fede. A partire dal Concilio le realtà laicali hanno acquisito una propria autonomia di ruolo e di giudizio, utili a costruire una convivenza feconda a vantaggio dell’unica famiglia degli uomini. Nel contempo i laici sono stati eletti ad un ruolo di corresponsabilità, collegialità e consapevolezza. Poco conta, in prospettiva storica e futura, se questo processo è ancora ben lungi dall’essere compiuto e arranca ancora tra alti e bassi ciclicamente ricorrenti.

In questa prospettiva cadono quegli “storici steccati” tra credenti e laici hanno spaccato il paese per interi decenni. In questa prospettiva la Chiesa, con al suo interno laici che hanno finalmente rivendicato ed ottenuto il loro diritto di parola, si pone come ponte per la costruzione di una umanità legata da vincoli di rispetto sulla base dei valori fondamentali proclamati da duemila anni di cristianesimo e che non possono non considerarsi universali. Penso alla pace, all’accoglienza, alla solidarietà, alla nonviolenza, alla difesa dei deboli, alla gratuità, alla sobrietà, alla salvaguardia del creato.

In questa prospettiva questo testo è parimenti rivolto sia ai credenti che ai non credenti, i quali, sulla scia della declinazione di un kalambour di moda, potrebbero esser meglio definiti “diversamente credenti”. Non credo, infatti, che esistano persone non affatto credenti: chi non crede nel Dio dei cristiani in qualche cosa comunque crede (non può non credere), e, sempre e comunque è (non può non essere) in ricerca. Sempre e comunque egli è (non può non essere) tessera dell’umanità che dall’apparizione della vita sulla faccia della terra si interroga sul senso ultimo della propria esistenza. In questo contesto la figura stessa dell’autore, da sempre ricco di dubbi piuttosto che di dogmi, con la sua storia di uomo profondamente credente e nel contempo profondamente incarnato nella realtà politica e sociale della nostra città, rende plastico questo collegamento.

Nell’ottica conciliare e nella riflessione ad essa collegata, laicità, secolarità e pluralismo, intesi come valori positivi, vengono contrapposti a laicismo, secolarismo e relativismo, intesi come esasperazioni o degenerazioni dei primi e tendenti ad escludere sia la dimensione spirituale di chi non crede che la dimensione civile, sociale e politica di chi crede.

Questo testo si pone come sintesi di tutto ciò. Il sottile ma decisivo confine tra laicità e laicismo è un punto nevralgico del rapporto tra credenti e non credenti, tra chiesa, società e stato. É di forte rilievo che Paolo VI parli di laicità come “ponte” fra la Chiesa e la società, necessario al cammino di entrambe. Il Concilio inoltre stigmatizza l’importanza di quell’impegno sociale e politico dei laici credenti che lo stesso Paolo VI distilla nella sintesi “La politica è la più alta forma di carità”

Un altro topic che mi piace introdurre e che lo stesso Luciano Benini accarezza più volte è quello strano parallelo, assolutamente non cercato, ma costantemente ricorrente, tra il Concilio Ecumenico Vaticano II e la Costituzione della Repubblica Italiana. Sono entrambe leggi fondamentali e matriciali, tra loro quasi coetanee, promulgate ad una ventina d’anni l’una dall’altra. Il Concilio è in qualche modo la legge costituzionale della Chiesa della modernità e non a caso i suoi quattro documenti fondamentali si chiamano “costituzioni”. Ebbene c’è una figura che più di ogni altra lega Concilio e Costituzione ed è quella di Giuseppe Dossetti, tra i principali protagonisti dell’Assemblea Costituente e delle Assise Conciliari. Una figura molto cara a parecchi di noi; una personalità di assoluto e limpido rilievo nella storia della Chiesa e del Paese, che abbiamo conosciuto, amato e accompagnato negli ultimi giorni della sua vita, spesi a sostenere i Comitati a difesa della Costituzione e le istanze di attuazione del Concilio.

Non sembri un paradosso il fatto che oggi, in un tempo che semina i suoi giorni su un impianto di menzogna e il disvalore, Concilio e Costituzione, anche in questo accomunati, siano sotto attacco. Quello che cambia sono le modalità dell’attacco: la Costituzione subisce continui, volenti e rozzi tentativi di stravolgimento ed ha avuto bisogno di una mobilitazione popolare - suscitata in primis da Dossetti - nonché di un referendum, per fortuna vinto, per continuare a salvaguardare - ultimo ed estremo baluardo - questo nostro sventurato Paese; il Concilio, al contrario viene costantemente svilito, banalizzato e svuotato, quasi d’inedia, perché, come si sa, la Chiesa non uccide ma lascia morire.

Questo tema è sfociato sovente in un quesito: negli ultimi decenni i cattolici sono stati o no politicamente rilevanti? Mi associo alla risposta che da più parti si è levata e cioè che i cattolici sono stati rilevanti quando si sono richiamati ai valori del Concilio e non lo sono stati quando se ne sono allontanati. Come ha lucidamente espresso Giovanni Bachelet “E’ nella distinzione chiara degli ambiti e nella valorizzazione ampia delle competenze e delle autonomie dei laici, discese dal Concilio, la chiave della rilevanza politica dei cattolici”. Oggi - a me pare - lo spirito del Concilio è quanto mai lontano e flebile e, non a caso, la caratura della rilevanza politica dei cattolici è sotto il livello dei tacchi delle loro scarpe. Ovviamente con le debite eccezioni e Luciano Benini è una di queste.

Se i credenti, a cominciare dai Vescovi e dai Presbiteri, rileggessero ogni tanto i documenti del Concilio, oltre a recuperare rilevanza politica, ritroverebbero un po’ di speranza, di gioia e di fiducia in sé stessi, e, forse, stenderebbero uno sguardo un po’ più benevolo sul tempo che stiamo vivendo.
Giorgio Magnanelli

24 settembre 2010

LA MADONNA NERA DI LORETO

L'attuale manufatto è una copia del 1921
modellata da Enrico Quattrini,
eseguita e dipinta da Leopoldo Celani.
E' di legno di cedro del Libano, proveniente dai Giardini
Vaticani e voluta da Pio XI, che provvide alla sua
incoronazione e al trasporto solenne a Loreto nel 1922.
La Madonna Nera precedente era purtroppo stata
distrutta da un incendio, che secondo le fonti
ufficiali aveva colpito la Santa Casa nel 1921.
La 'dalmatica' che ricopre la Vergine Nera
è un usanza in vigore dal 1500.
La prima immagine venerata in Santa Casa non era una statua, ma un dipinto su tavola, di probabile matrice bizantina. Il f. 181 del Chartularium Culisanense (1294) informa che, insieme alle «sante pietre portate via dalla casa della Madonna, la Madre di Dio» e - secondo una fondata ipotesi - finite a Loreto, c’era una «tavola lignea dipinta, dove la Madonna, Vergine Madre di Dio, tiene in grembo il Bambino Gesù, Salvatore nostro ».

Un documento del 1315 attesta che alcuni ghibellini di Recanati assaltarono e spogliarono la «chiesa di Santa Maria di Loreto», ossia la Santa Casa, asportando anche le corone dalla «icona» della Madonna e del Bambino. Intorno al 1468, poi, Giacomo Ricci, un canonico umanista di Brescia, pellegrino a Loreto per sciogliere un voto, descrisse l’immagine che definì: «una pittura tanto dolce e bella», e precisò che era «a mezza figura» e che si trattava di una «piccola tavola».

Questa immagine dipinta è menzionata dai pellegrini fin verso il 1528, dopo di che si comincia a parlare solo della statua lignea. Probabilmente, durante i lavori di sistemazione del soffitto e dell’altare della Santa Casa, intorno al 1530, l’icona dipinta su tavola andò perduta e al suo posto fu collocata una statua trecentesca che da tempo era situata in una nicchia, sopra la porticina orientale, detta dei Custodi. Questa era dipinta con veste dorata e manto azzurro della Vergine e del Bambino: il colore aureo alludeva alla regalità di Cristo, partecipata alla Madre, e l’azzurro simboleggiava il mondo soprannaturale.
L'icona normalmente la si vede con la 'dalmatica'
cioè la sua classica 'veste';
nella foto è invece rappresentata
la statua al naturale.
La statua trecentesca è andata distrutta nell’incendio scoppiato in Santa Casa nella notte tra il 22 e il 23 febbraio 1921. La nuova statua, per volontà di Pio XI, è stata scolpita sul modello della precedente, utilizzando il tronco di un cedro del Libano cresciuto nei Giardini Vaticani. Fu modellata da Enrico Quattrini e dipinta da Leopoldo Celani che le conferì un colore nero eccessivo, non corrispondente all’originale.

La statua della Vergine Lauretana, liberata dalla dalmatica che la avvolge fin dal secolo XVI, appare eminentemente cristologica. Protagonista, infatti, è il Bambino, che con la mano destra benedice e con la sinistra tiene il globo terracqueo (oikoumenikón) del Salvator mundi (Salvatore del mondo). Poggia i piedi sulla vistosa piega del manto della Vergine, simbolo del suo grembo materno. È lei che presenta il Figlio all’adorazione dei fedeli, ricordando loro che lui solo è il Salvatore. È la Madre che accoglie e porta i figli al Figlio nella sua Casa nazaretana.

UNA INIZIATIVA PER I GIOVANI: IL 30 OTTOBRE INCONTRO CON IL PAPA A ROMA

SABATO 30 OTTOBRE 2010









I parroci invitano i giovani a partecipare a questo evento che sarà sicuramente coinvolgente sia perchè si ritroveranno con tanti altri ragazzi provenienti da tutta l'Italia sia perchè sarà una esperinenza forte e significativa.





CAGLI OSPITERA' LA MADONNA DI LORETO DAL 7 AL 12 OTTOBRE





































12 settembre 2010

CRONACA DELLA 4^ ESCURSIONE DELLA FAUM DI CAGLI

La 4^ escursione della FAUM prevedeva la partecipazione degli escursionisti alla tradizionale Festa di Monte Martello, che ogni anno i volonterosi organizzatori della Pro Loco di Smirra ripropongono, la domenica successiva al 8 settembre, giorno della Natività di Maria, presso il Santuario di Santa Maria delle Stelle.

I partecipanti si sono quindi ritrovati presso i giardinetti di Smirra da dove ha avuto inizio l’escursione. Il gruppo, caratterizzato da una netta maggioranza femminile, alla faccia delle pari opportunità, si è diretto verso Serra di Pigno salendo lungo la ripida strada che dal molino di Smirra conduce al gruppo di case della località Campagna, nota per l’omonimo agriturismo. Salendo, il panorama che si apre verso sud rappresenta una delle più belle vedute di Cagli e dei suoi monti.





Superato l’agriturismo Campagna, si raggiunge la strada che provenendo da Ponte di Ferro conduce a Monte Martello. Da qui il panorama cambia, ci si affaccia sulla vallata di Ca’ Rio e di fronte, verso Nord, si vedono i monti del Furlo. Poco dopo si è raggiunta la meta, dove era già tutto pronto per la festa: un ampio tendone già montato per ospitare i commensali e la cucina in piena attività.
Dopo una breve sosta ed una rapida visita al Santuario, dove sono in corso lavori di restauro, il gruppo ha proseguito l’itinerario lungo la discesa che conduce da Monte Martello a Smirra, sfiorando i resti di ben tre antiche chiese: San Silvestro, San Giovanni in Offago e la Pieve di San Severo di Pigno.
Raggiunti nuovamente i giardinetti di Smirra, dopo 12 Km di cammino percorso in circa tre ore, il gruppo si è diviso: le signore hanno proseguito verso le rispettive abitazioni, mentre i “ragazzi” sono tornati, in macchina, a Monte Martello per gustare il prelibato menù a base di polenta e baccalà.

8 settembre 2010

MAGIA DELLA CERAMICA

MAGIA DELLA CERAMICA
DI
ANNA ROSA BASILE


Palazzo Berardi Mochi-Zamperoli
Cagli 11 settembre -10 ottobre 2010
Si inaugura sabato 11 settembre 2010 alle ore 17,00 nelle seicentesche sale del palazzo Berardi Mochi Zamperoli di Cagli la mostra di “Magia della Ceramica” di Anna Rosa Basile, artista piacentina che da anni risiede a Pesaro e collabora attualmente anche con gli Amici della Ceramica di Pesaro.

Anna Rosa Basile pittrice,ceramista estrosa e disegnatrice raffinata di inclinazione surrealista, ha maturato una tecnica che va dalla ceramica alla pietra,al legno,al bronzo e in pittura dall’olio all’acrilico. La sua è una progressiva acquisizione di competenze, un costante e rigoroso impadronirsi di cognizioni particolari che le consentono il passaggio disinvolto da una materia all’altra, diventandone esperta come per naturale attitudine.
Ha ampiamente dimostrato la sua coraggiosa passione per le ceramiche di grande formato, che sottintendono le qualità di un “mestiere” dominato sino al più segreto dettaglio e illuminato sempre da una trionfante fantasia,una liberata creatività e da un sottile lirismo.

La mostra, patrocinata dal Comune di Cagli- Assessorato ai Beni e Attività Culturali, rimarrà aperta fino al 10 ottobre dal martedì alla domenica dalle ore 15,30 alle 18,30.

1 settembre 2010

LE OSSERVAZIONI DI VIVERE A CAGLI AL PIANO DEL TRAFFICO

Il 31 agosto è scaduto il termine per la presentazione delle osservazioni al Piano del Traffico elaborato dall'Amministrazione Comunale.

Queste sono le osservazioni proposte da Vivere a Cagli:



1. I divieti, quando si mettono, vanno fatti rispettare, altrimenti è meglio non metterli, perché le violazioni:
- comportano un pericolo o un danno;
- offendono l’autorità che ha imposto i divieti;
- irritano i cittadini per bene che vedono violati i loro diritti.


Molti divieti di sosta, divieti di circolazione, sensi unici, rotatorie, e quant’altro vengono puntualmente, costantemente e notoriamente violati e, per non so quale motivo, ne vengono continuamente tollerate le inosservanze, con saltuari ed improvvisi interventi sanzionatori a singhiozzo, talvolta oserei dire affatto imparziali. Ebbene questi divieti vengano tolti, dove possibile, oppure vengano controllati con costanza ed imparzialità.

2. L’orario per la ZTL durante la prima parte del mese di luglio è stata una scelta debole:
- poco utile per i cittadini;
- priva di controllo;
- inefficace come richiamo alla vita del centro pedonale perché:
- di una ZTL a singhiozzo difficilmente se ne conosce l’esistenza, per cui difficilmente può diventare motivo di richiamo per il forestiere;
ed ancora:
- con i negozi chiusi e i monumenti chiusi la ZTL non offre elementi di richiamo per il forestiere.
Si dovrebbe puntare invece ad un “centro commerciale naturale” che in determinate ore della giornata, in orari costanti, noti e compatibili con le abitudini della gente, offra una proposta commerciale, culturale e ambientale appetibile.

Proposta:
- circolazione consentita e sosta con rapidi turnover, intensivamente controllati, durante tutta la mattinata, in tutti gli stalli del centro storico (comprese le aree perimetrali della Piazza e tutte le altre aree abitualmente utilizzate benché abusivamente) per dare modo al maggior numero di persone di raggiungere il centro storico in macchina e sostarvi solo per il tempo necessario a svolgere rapide operazioni.
- ZTL dalle ore 17.00 tutti i giorni nei periodi estivo, natalizio e pasquale, con negozi aperti, oltre a chiese, palazzi, musei e mostre visitabili.



Quesito:
Che esito hanno dato i monitoraggi dei flussi richiesti da Confcommercio per rimandare l’introduzione della ZTL?


3. Per una migliore viabilità di Piazza Federico da Montefeltro si propone la variante allegata in pianta,
dal momento che la soluzione in atto presenta i seguenti inconvenienti:
- via Atanagi è attualmente l’unica via del centro storico a scorrimento da sud a nord, quindi convoglia un considerevole transito di veicoli davanti all’ingresso principale dell’Ospedale;
- la rotatoria in senso antiorario attualmente vigente in Piazza Federico da Montefeltro viene continuamente ignorata e violata da chi proviene da via Lapis o dal Parcheggio di Piazzale san Domenico; i veicoli che invece rispettano la rotatoria vengono a creare un ulteriore disagio per l’ingresso dell’Ospedale;
- gli stalli riservati al personale dell’Ospedale adiacenti all’edicola della Madonna del Vento sono troppi ed ostacolano la circolazione creando ingorghi al semaforo di Via Flaminia;
- la difficoltosa svolta a destra di chi, provenendo dalla rotatoria di Piazza Federico da Montefeltro, si immette in via dell’Ospedale, ostacola lo scorrimento dei veicoli provenienti da destra, provocando frequenti ingorghi al semaforo di via Flaminia.

4. La poligonale Porta Lombarda - Corso xx settembre – Via Luperti – Via Purgotti – Porta Massara costituisce un attraversamento preferenziale nord-sud della città, non indispensabile dal momento che ne esistono altri, che dovrebbe quindi essere evitato. Si propone pertanto l’inversione del senso unico di marcia di Via Purgotti e di Via don G. Celli. Queste inversioni consentirebbero l’accesso a Piazza Giovanni XXIII e rione dei Tiratori ai non residenti anche in orario di ZTL attiva nelle altre vie. Si aggiungerebbe inoltre una direttrice sud-nord (via Purgotti) all’unica prevista dall’attuale piano del traffico (via Atanagi).

5. Per mantenere la prevista realizzazione della piccola area pedonale adiacente al Torrione e per consentire, allo stesso tempo, l’accesso da sud a via Purgotti nel senso indicato al punto precedente, si propone di escludere dalla ZTL la via del Torrione e di invertire i sensi unici previsti nell’attuale piano del traffico in via di Porta Vittoria e in via del Torrione.

6. Per una migliore viabilità del rione dei Tiratori si propone:
- via Bonclerici ZTL tutta percorribile fino a Corso xx settembre;
- ZTL controllata da telecamera con senso unico alternato nel tratto di via Luperti fra Corso xx sett. e Piazza Giovanni XXIII.


7. Si ritiene indispensabile la prevista realizzazione di una rotonda davanti al bar dello Sport ed un maggiore controllo della sosta in quell’area. Si auspica quindi il mantenimento del doppio senso di circolazione in via Leonardo da Vinci.

8. Si propone l’allargamento di due metri della rotonda presso il Ponte Mallio, dal lato della stazione di servizio ESSO.

9. Si propone di prevedere quanto prima la realizzazione di una strada di collegamento fra il Ponte Mallio, la zona dei Tiratori e Porta Massara, con annessi nuovi parcheggi pubblici.

10. Per la riduzione dell’inquinamento dell’aria ed acustico e per la repressione di cattivi comportamenti degli utenti dei motorini si propone di valutare la possibilità di istituire un bollino blu per l’adeguamento di tutti i motorini a degli standard di maggior rispetto per l’ambiente. Se ciò non fosse possibile si sollecita un maggior controllo per individuare eventuali motorini truccati troppo rumorosi al fine di eliminarli dalla circolazione.

29 luglio 2010

I ratti vengono a Cagli?

Ahimè, temo proprio di sì. Secondo un articolo comparso nel numero scorso di Qui Flaminia, un cinema multisala aprirà presto nel nuovo centro commerciale di Cagli est. Già nel centro ci sono i punti vendita di due grandi catene nazionali. C’è un enorme parcheggio su una colata d’asfalto. E, secondo l’articolo, sta sorgendo un altro edificio la cui destinazione è ancora “segreta”. Forse un emporio di video, come Blockbuster? Un McDonald’s?

E’ scontato, in ogni caso, che questo centro commerciale diventerà proprio qualcosa di grande. E’ “solo la prima parte,” dice Giampiero Casavecchia, “di un progetto del quale inizierà presto il completamento”. Alla fine, sicuramente, sarà un centro commerciale sul modello di quelli grandi e famosi negli Stati Uniti, come Mall of America in Minnesota. Essendo un americano che ha passato abbastanza tempo in tali luoghi, posso garantire che il Mall di Cagli diventerà l’habitat di una specie di roditore chiamato il “mall rat,” ovvero il ratto del centro commerciale.

I mall rat sono quei ragazzi che ogni santo giorno si riuniscono al mall: per guardare i film, giocare con i video giochi, chiacchierare, esibire i tattoo, scattare le foto con i cellulari, parlare ai cellulari, bere la Coka, e soprattutto mangiare il fast food. Quindi i mall rat, oltre ad avere inclinazione per la pigrizia, tendono ad essere sempre più grassi, anche obesi, purtroppo. Non è un bel quadro.

Ci sono altre cose non belle nel tipo di sviluppo rappresentato dal Mall di Cagli.
Attrae sempre più traffico, sempre più attività commerciale e industriale, sempre più inquinamento, come quello che ha contaminato il fiume Burano e ucciso i pesci. Reca danno ai piccoli commercianti del centro storico, alcuni dei quali non sopravvivranno. Importa nel territorio l’architettura standard dei mall, piatta e brutta, che rompe la tradizione e insulta la bellezza degli edifici storici.

C’è un’alternativa a questo modello, di cui scriverò in futuro.

Ray Reece

DI…VENTO POESIA – CAGLI 10 AGOSTO 2010

Si rinnova, a Cagli, anche quest’anno, con Di…Vento Poesia, il magico legame tra le stelle che a San Lorenzo abbandonano il cielo per regalarci sogni ed i versi che, come sogni realizzati e palpitanti, salgono verso il cielo.







Il Teatro Comunale ospita, martedì 10 agosto, alle ore 21.15 (con ingresso libero) la VII edizione di Di…Vento Poesia, condotta da Ninel Donini.
Nata nella piazzetta di via Siccardi, oggi denominata piazzetta dei poeti, la serata cagliese offre a talenti, spesso sconosciuti, una occasione preziosa. La VII edizione (posta sotto il patrocinio del Comune di Cagli – Assessorato Beni ed Attività Culturali) vede come ospite d’onore Francesca Merloni, legata a Cagli da rapporti di vicinanza territoriale e stima contraccambiata, voce raffinata ed intensa che ha fatto della poesia una dimensione di vita.
Accanto a lei poeti meno noti, ma autori di versi significativi, come Alessandro Conti, Valeria Petrelli, Aldo Tei e Mara Trufelli.
Questa edizione vede la presenza di tre poeti della nostra città e ciò è motivo di orgoglio per tutti coloro che da anni, organizzano e seguono con immutato calore ed interesse, la serata di Di… Vento Poesia.

Il Vittorio Gennari Quartet eseguirà intermezzi jazz con la solita maestria e creatività.
La recitazione è affidata alle attrici della Pioletta, presenza storica e qualificante della serata: Agnese Anniballi, Silvia Fumelli e Metella Ragni.

Francesca Merloni
Francesca Merloni è nata e vive a Roma. La sua profonda vocazione poetica è emersa dopo un percorso di vita che l’ha portata alla laurea alla Luiss di Roma ad attività di comunicazione nell’ambito di grandi strutture industriali. Francesca non è solo una scrittrice di poesie; offre al pubblico la sua voce, la sua passione su musiche scritte per i suoi testi ed interpretate dal vivo.

Nel 2006 Passo delle Costellazioni (ediz, La Meridiana), un libro di poesie che diventerà anche il titolo di un lavoro teatrale.
In tour con l’orchestra filarmonica marchigiana nel marzo ed aprile 2009, voce recitante con il suo testo Rosa del Senza Nome (edizioni Una luna), parafrasi del Magnificat di Monteverdi.
E’ ideatrice e direttrice della manifestazione Poiesis (Fabriano maggio 2008 e maggio 2009), rassegna di arte, poesia, musica e cinema.

5 luglio 2010

CRONACA DELLA 3^ ESCURSIONE DELLA FAUM DI CAGLI

La terza escursione organizzata dalla Faum – Club Escursionistico “T. Clementi” di Cagli - si è svolta domenica 4 luglio lungo un itinerario un po’ più impegnativo dei precedenti ma di sicuro interesse paesaggistico ed anche culturale. Il percorso, iniziato davanti alla Caserma delle Guardie Forestali di Cagli, si è presentato subito impegnativo dopo la foto di gruppo con panorama di Cagli e campo di papaveri scattata sull’Antiata: da qui il sentiero che sale verso il Monte Bambino è piuttosto faticoso, benché ombreggiato. Raggiunta la cresta dello spartiacque lo spettacolo della gola del Burano, la vista del Monte Petrano al di là della gola, il panorama che da nord a sud-est mostra un ampio settore di territorio che va da San Marino al Monte Conero, ripagano ampiamente la prima fatica.
Da qui, sempre in salita, si procede lungo il tratto del Sentiero Frassati che conduce ai Vai, aggirando il Monte Campifobio (Rank artond) sulla sinistra nel senso di marcia.
Da qui si può osservare il sito del Castello di Figarola, sulla vetta del Monte Mezzano, quel monte che sta al centro della rotondeggiante valle della Canala. Il nome del castello, secondo alcune azzardate intuizioni, avrebbe a che fare con la curiosa conformazione della valle della Canala che col suo Monte Mezzano, visti dal Pian della Torre, riprodurrebbero, in qualche modo, le forme di un grande organo genitale femminile. Il Castello di Figarola, del quale rimangono ora, in cima al Monte Mezzano, solo i resti pur ben evidenti delle mura delle fondamenta in pietra calcarea, fu la dimora degli Acquaviva, la potente famiglia che intorno al XI-XII sec. dominò il territorio.



Nella foto si vede il sito del castello di Figarola con il Faeto sullo sfondo; sulla destra, nella macchia che circonda il fosso sotto alla strada, è ipotizzabile l’accesso al cunicolo che dovrebbe condurre all’eremo di san Salvatore, nell’altro versante del monte Campifobio. Da alcune testimonianze di anziani frequentatori della zona per attività boschive si è avuta conferma sull’esistenza di alcune “tane” (una detta tana baldina e un’altra con un nome diverso) dove si trovava ricovero dai temporali.
Poco sotto alla sella dei Vai, dal lato della gola del Burano,
fra gli alberi ai margini di un prato,
esistono ancora poche tracce di quello che fu l’eremo di San Salvatore.
Dalla “Vita Romualdi” di San Pier Damiani, si conosce che S.Romualdo visse sui monti sopra alle Foci di Cagli nel 1011, quando aveva 104 anni. Vi fondò gli eremi di San Salvatore e di San Bartolo (quello sul versante opposto della gola del Burano, quasi di fronte ai Vai).

Di fronte ai Vai, dall'altro lato della valle del Burano,
si intrevede ca' Lorenzone,
nel sito dell'eremo di San Bartolo.
Si ha conferma di ciò anche dagli Annali Camaldolesi. Inoltre numerosi documenti dell’archivio Comunale, dell’archivio segreto Apostolico Vaticano, citazioni storiche del Bricchi e del Gucci, testimoniano l’esistenza e l’importanza della chiesa di San Salvatore sopra alle Foci fino al 1620, anno in cui, dopo un lungo periodo di abbandono e di decadenza, la chiesa venne demolita ed il materiale venne impiegato dai Padri Zoccolanti per l’ampliamento del loro convento di S. Andrea presso le mura di Cagli. Il Bricchi racconta che nel luogo della chiesa venne lasciata una piccola celletta per rimembranza del monastero distrutto dalle fondamenta.
Luigi Michelini Tocci sostiene che l’eremo di San Salvatore dovette attraversare un periodo di ricchezza e di potenza, tra l’XI ed il XIII secolo. Accenna inoltre all’esistenza di una misteriosa galleria che passerebbe sotto al monte Campifobio, dall’eremo fino al fosso Mezzano, fra le Codelle e Scalamone. Non ci sarebbe da chiedersene l’utilità se si considera la presenza, poco lontano dall’eventuale sbocco, sulla cima del monte Mezzano, del castello di Figarola che all’epoca viveva il suo massimo splendore. E non si deve pensare ad un’opera di eccessivo impegno, vista la possibilità della presenza di cavità naturali nelle viscere del sovrastante monte Campifobio, il quale non è altro che una piega anticlinale di rocce cretaciche.

Dai Vai l’itinerario è proseguito lungo un ripido sentiero in discesa nel cuore della Canala fino alle case del Mulinaccio, sovrastate dal suggestivo profilo di quanto resta della Pieve di Santo Stefano di Acquaviva, detta “de Figarola” risalente a prima del 1200.



I ruderi della chiesa di S. Stefano di Acquaviva,
detta "de Figarola"

Riferisce don Gottardo Buroni (“La Diocesi di Cagli” - Tipografia Bramante – Urbania, 1943) che nel 1930 “…oltre l’altar maggiore dedicato a S.Stefano la chiesa ne ha altri due compresi nelle due cappelle laterali, dei quali quello a settentrione è sacro alla Vergine del Rosario. Il quadro che vi era fu rimosso e collocato presso la porta della sagrestia, in sua vece fu posto il quadro della diruta chiesa di S.Maria del Trebbio, in cui si vedono dipinte le immagini di alcuni santi con in mezzo quella antichissima della B. Vergine. Di fronte c’è l’altare di S. Giuseppe, con quadro fatto dipingere con altri santi da D. Vena, che in un angolo della tela fece scrivere anche il suo nome.” Chissà dov’è finita tutta sta roba? Oggi il tetto della chiesa è crollato, rimangono in piedi le mura perimetrali ed il campanile che aveva ben quattro campane, delle quali la più grande pesava ben 600 Kg. - come quella di San Francesco a Cagli, per intenderci -. Sarebbe un peccato se crollasse tutto, perché almeno il rudere, da dovunque lo si guardi, caratterizza il profilo dell’orizzonte con una testimonianza del passato non trascurabile.

Varcata la Serra di Acquaviva, l’itinerario è proseguito lungo un sentiero che corre a mezza costa del Monte Bambino, quasi orizzontalmente, attraverso Ca’ Vicarello e Ca’ Lanna fino all’Antiata. Questo tracciato ripercorre un antico itinerario di epoca romana che collegava l’antica Cale Vicus a Sentinum, l’attuale Sassoferrato, rappresentando uno dei più importanti diverticoli della strada consolare Flaminia.
Peccato che la maleducazione di qualcuno abbia turbato la tranquillità della comitiva. Infatti lungo questo tratto di strada un cane pastore maremmano, lasciato libero dal proprietario, ha creato qualche problema al transito: il proprietario, intervenuto con comodo in seguito ai richiami dei malcapitati, anziché trattenere il cane si limitava a dire “nit avanti, nit avanti ch’en v’ fa nient’ ”, mentre il cane, minaccioso, continuava a ringhiare piazzato lì in mezzo alla strada.
Queste cose fanno incazzare !

2 luglio 2010

Presentazione del libro sulle ammoniti dei nostri monti.

Venerdi 9 luglio 2010
ore 18 a Cagli
Sala del Gran Consiglio
Presentazione del libro
AMMONITI del GIURASSICO INFERIORE
Umbro-Marchigiano

Prof.Federico Venturi

190 Schede di Ammoniti suddivise per Famiglie, Generi e Specie presenti nelle rocce sedimentarie depositate durante 25 milioni di anni nel Appennino Umbro-Marchigiano.
Presentati i nuovi Generi , Catriceras, Petranoceras , Cagliceras, Caleites, Cariniceras, Eremeticeras, Furlites, Furloceras, Secchianoceras e Tethymorphites provenienti prevalentemente dalle nostre località.
Oltre 14 le tavole delle Sezioni studiate nei nostri territori, con i log delle faune trovate negli strati .
Tutte le sezioni sono state pubblicate negli anni "90 dal gruppo FARAONI_MARINI_PALLINI_VENTURI.
I campioni sono per la maggior parte appartenenti alla Collezione Faraoni Secchiano Cagli PU.


In questo libro sono analizzate le principali strutture geologiche dell’Appennino con orientamento NO-SE tagliate dai fiumi Candigliano , Bosso, Burano e Sentino, formate da rocce sedimentarie depositate 200 milioni di anni fa’.
Tra i capitoli ci sono la Biostratigrafia , la Paleogeografia , la Morfologia , la Sistematica degli Ammoniti ; tutte queste sezioni sono state pubblicate negli anni 90” dal gruppo FARAONI_MARINI_PALLINI_VENTURI. I campioni sono
per la maggior parte appartenenti alla Collezione Faraoni Secchiano Cagli PU.
Ritrovati gli strati con le faune del Bonarelli 1899 ( cava Ing. Morena Ponte Alto Burano ) e finite al British Museum di Londra durante la seconda guerra mondiale .

Localita' studiate

Fiume Candigliano - Gorgo a Cerbara. Fiume Bosso San Nicolo'- Stirpeto - fiume Passerella - Le Lastre. Fiume Burano Fontacce di Cantiano- Cava Morena- Maranghi cava pietra litografica. Monte Nerone cava Bugarone. Monte Catria cava Pallareto Chiaserna- Le Gorghe . Passo furlo Cava Grilli. Fiume Sentino Valdorbia Acque Minerali

Copia in visione - in vendita su ordinazione dall'autore
email: venturi@unipg.it
Prezzo copertina 60 € Pag 368

20 giugno 2010

Si è svolta domenica 13 giugno la seconda escursione organizzata dalla Faum – Club Escursionistico “T. Clementi”.

Questa volta l’itinerario era costituito da un circuito ad anello che dalla chiesetta della Madonna di Cerbino (q. 300 m.), sale rapidamente fino a quota 775 dove la carrareccia proveniente da Le Smirre incontra la strada provinciale di M.te Petrano, per discendere poi, per un breve tratto, lungo la strada provinciale e, fino a Cagli, lungo la strada vecchia di m.te Petrano.

Il tracciato é in gran parte all'ombra tra i boschi del Monte Petrano.Il tratto che dalla Madonna del Cerbino sale fino a Ca' Baldelli ( una mezz’oretta) non é particolarmente difficile e la salita é tutto sommato agevole.
Da Ca' Baldelli fino alla presa che porta l'acqua al Petrano (una decina di minuti) é pianeggiante e tra i boschi.

Questo serbatoio è alimentato dalla sorgente che forniva acqua all’antico acquedotto di Cagli, del quale rimangono ancora evidenti tracce lungo la strada vecchia di m.te Petrano, nei pressi della fonte del Coppo. Dalla presa dell'acqua fino alla loc. Smirre un'altra mezz’ora con qualche breve, ma opportuna sosta: é una salita più impegnativa. Ma una volta arrivati alle Smirre si gode di un bel panorama sull'entroterra pesarese.


Il resto della camminata é chiaramente in discesa e tranne un tratto sulla strada asfaltata si cammina sulla vecchia strada del Petrano.


Sulle guide di montagna si potrebbe leggere ............( passeggiata con qualche tratto impegnativo, ma molto "remunerativa" dal punto di vista paesaggistico in loc. Smirre..... Non ho mai capito perché scrivono "remunerativa" visto che per faticare in salita non ti pagano ....).