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18 gennaio 2011

PARTE IL GRANDE PROGETTO PER IL COMPLESSO ROCCA-SOCCORSO COVERTO-TORRIONE

Il sogno passato da una generazione all’altra di recuperare l’intero complesso fortificato a partire dalla Rocca diviene realtà grazie al cospicuo finanziamento assegnato dallo Stato quale prima tranche.
L’azione di valorizzazione del complesso fortificato voluto dal duca Federico da Montefeltro e progettato da un genio del Quattrocento quale è stato Francesco di Giorgio Martini, mosse i suoi primi passi negli anni Settanta del Nocevento con la Pro Loco capitanata dal Presidente Franco Aguzzi. Poi sul finire degli anni Ottanta il Comune di Cagli con l’Assessore ai Lavori Pubblici e poi Sindaco Vincenzo Mei portò a compimento il primo importante restauro del Torrione a fini turistico-culturali che nel corso dei secoli aveva avuto vari utilizzi impropri: essiccatoio del sottostante mattatoio ed in parte abitazione dei Marazza, ricovero per il fieno di monte Petrano, ecc..

Così il Torrione divenne uno dei perni della proposta turistica cagliese arricchendosi nel 1989 (per l’impegno dello scultore Eliseo Mattiacci, di Lucia Braccini Presidente della Pro Loco e di Paolo Paleani) di un primo nucleo, poi espanso negli anni successivi, di opere di artisti contemporanei di fama nazionale e internazionale quali: Alamagno, Coletta, Gastini, Icaro, Kounellis, Lorenzetti, Mattiacci, Nagasawa, Nunzio (di Stefano), Paolini, Porcari, Uncini, Zorio
Ai lavori del 1989 fecero seguito più tardi quelli avviati nel 2002 grazie ad un contributo europeo BEI di 360 milioni di lire (pari ad € 185.924,48) concretizzatosi nel 1999 con l’impegno determinante del consigliere regionale Ninel Donini su istanza dell’Assessorato Beni Culturali del Comune di Cagli. I lavori dal 1999 si spostarono al 2002 poiché risultava propedeutico l’acquisto della Rocca con la definizione della proprietà del “soccorso coverto”: il lungo percorso sotterraneo che collega il Torrione, posto a cavallo della cinta urbica, alla Rocca. Il Consiglio Provinciale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini in risposta all’istanza del Comune di Cagli – Assessorato Beni Culturali, comunicava che il 30 ottobre 1999 aveva assunto la decisione della disponibilità di massima all’alienazione della Rocca. Così il 27 febbraio 2002 il delegato Padre Savino Bruscia, al termine di una complessa trattativa, firmava il rogito notarile di vendita per circa 70.000 euro. La Rocca, che dal 1568 era entrata nelle pertinenze del Convento dei Cappuccini, tornava (con la lungimiranza di alcuni Cappuccini) alla proprietà pubblica e si definiva la proprietà del “soccorso coverto” concedendo anche una porzione di terreno intorno.
Da quel momento si attivarono i primi lavori con il citato contributo BEI ed alcuni minori di manutenzione eseguiti nel 2008, nonché quelli di analisi e studio dei paramenti murari del Torrione così come richiesto dalla Soprintendenza BAP delle Marche.

Il grande progetto attinente il complesso fortificato quattrocentesco ideato da Francesco di Giorgio Martini a Cagli per volontà del duca Federico da Montefeltro è stato nel 2010 finanziato per quanto attiene il primo stralcio lavori.
Nel decreto stilato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed inviato il 17 dicembre 2010 alla registrazione della Corte dei Conti figura infatti il complesso “Rocca-soccorso coverto-Torrione” di Cagli con una prima tranche di 531.972,52 euro.
Il progetto nel suo complesso riguarda il restauro e recupero tanto della fortificazione martiniana quanto del tratto della vecchia strada dal Torrione ai Cappuccini (attualmente invasa da una frana) con l’acquedotto medioevale e le mura altomedioevali della Cale pentapolitana traslata nell’attuale pianoro dopo i tragici eventi del 1287.
Ora grazie a questo finanziamento statale, di cui il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio On. Gianni Letta ha intuito l’importanza, si può completare uno di quei grandi progetti di Cagli ad alta valenza culturale e turistica. Restaurare questo complesso fortificato significa recuperare un tassello di notevole rilievo che lega peraltro l’attuale città a quella antica posta tra il colle dei Cappuccini e quelli sovrastanti della Banderuola e dell’Avenante. Tutto il colle dei Cappuccini è di rilevante interesse per le diverse stratificazioni storiche di cui si leggono le testimonianze architettoniche che spaziano da quelle civili a quelle militari fino a quelle religiose.
Il primo stralcio è stato assegnato grazie ad una perfetta sinergia tra il Comune di Cagli e il Direttore Regionale del MiBAC dott. Scarpellini insieme al Soprintendente BAP arch. Cozzolino. Preziosa è stata la collaborazione della Senatrice Diana de Feo, figlia del cittadino onorario Italo de Feo, del Deputato Massimo Vannucci a cui si sono aggiunti i consigli del cittadino onorario Bruno Cagli. Per il prosieguo poiché il progetto è stato valutato “di particolare importanza” dalla competente commissione tecnica presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, si dovrebbe riuscire ad ottenere a breve la seconda tranche che consentirà di portare a compimento questo progetto in ogni sua parte.
Tale intervento, inoltre, consoliderà l’immagine internazionale del fortificazione di Cagli anche nel quadro dell’attivata procedura di estensione del sito UNESCO di Urbino alle fortificazioni di Francesco di Giorgio Martini (di cui è ben nota anche oggi la fama internazionale) e farà della Rocca (un po’ come il Piazzale Michelangelo e Firenze) il belvedere su Cagli e la vallata chiusa dai monti Paganuccio e Pietralata che compongono la riserva del Furlo.

2 gennaio 2011

L'ANNO DUEMILAUNDICI E' ARRIVATO

Il rude, unico domani entra al via,
ma radunò nuovi lieti calendari?
Un diavolo in terra induce malìa
e va donando utili armi nucleari.

Le orde di una nuova criminalità
levan i reati comuni d'un laido re;
un male inaudito riconvaliderà
l'incuria innaturale. Ma Dio dov'è?

Un Dio c'è, ma non ride alla Rai-tivù.
Lì un demonio cura l'avidità nera;
lui ama il denaro e non ci dà virtù.
Indi, ora decolli un'Umanità vera!

Il valore delle tre quartine, ammesso che ci sia, è da considerarsi edipico (enigmistico, se si preferisce) e non poetico. Ciascuno dei dodici versi, infatti, è anagramma formato dalla medesime 27 lettere (14 vocali e 13 consonanti) della frase 'L'anno duemilaundici è arrivato' cambiate di posto.
MA “L’ANNO DUEMILAUNDICI E’ ARRIVATO” ISPIRA ALTRE INFAUSTE PREVISIONI ALL’ENIGMISTA . . . CHE PIU' CHE DRAMMI SONO ANAGRAMMI. Sarà che 2011 letto senza lo zero dà un due di novembre (2/11) che non può dirsi propriamente data lieta, sta di fatto che deve essersi davvero svegliato di malumore l'enigmista in questa gelida alba del nuovo anno.Almeno a quanto danno a vedere le prime due quartine delle tre a seguire, dove, con diavolo in terra, 'utili' armi nucleari, orde di nuova criminalità, laido re e male inaudito, l'elenco di visioni apocalittiche si modula su una sorta di tragico crescendo rossiniano. Al punto di giungere a quel culmine che è la fatidica domanda sulla esistenza di Dio.L'ultima quartina è invece dedicata a una inguardabile televisione perché preda del drago a due teste audience-puCosicché il plasma non sono soltanto morti cristalli della videotecnologia ma anche sangue vivo di telespettatori. Al di là d'un pessimismo cosmico ma anche un po' comico (non ci avrete mica preso troppo sul serio?), l'assoluta curiosità di ciò che leggerete sta nel fatto che ciascuna riga delle dodici proposte è formata dalla medesime 27 lettere (14 vocali e 13 consonanti) della frase 'L'anno duemilaundici è arrivato' cambiate di posto (controllare per credere). Si tratta di anagrammi, insomma, è non di drammi:

Il rude, unico domani entra al via,
ma radunò nuovi lieti calendari?
Un diavolo in terra induce malìa
e va donando 'utili' armi nucleari.
Le orde di una nuova criminalità
levan i reati comuni d'un laido re;
un male inaudito riconvaliderà
l'incuria innaturale. Ma Dio dov'è?
Un Dio c'è, ma non ride alla Rai-tivù.
Lì un demonio cura l'avidità nera;
lui ama il denaro e non ci dà virtù.
Indi, ora decolli un'Umanità vera!
Leone Pantaleoni