.

VIVERE A CAGLI E' ANCHE SU FACEBOOK

VIVERE A CAGLI E' ANCHE SU FACEBOOK
CERCA NUOVI POST ANCHE NELLA PAGINA Fb DI VIVERE A CAGLI

29 luglio 2010

I ratti vengono a Cagli?

Ahimè, temo proprio di sì. Secondo un articolo comparso nel numero scorso di Qui Flaminia, un cinema multisala aprirà presto nel nuovo centro commerciale di Cagli est. Già nel centro ci sono i punti vendita di due grandi catene nazionali. C’è un enorme parcheggio su una colata d’asfalto. E, secondo l’articolo, sta sorgendo un altro edificio la cui destinazione è ancora “segreta”. Forse un emporio di video, come Blockbuster? Un McDonald’s?

E’ scontato, in ogni caso, che questo centro commerciale diventerà proprio qualcosa di grande. E’ “solo la prima parte,” dice Giampiero Casavecchia, “di un progetto del quale inizierà presto il completamento”. Alla fine, sicuramente, sarà un centro commerciale sul modello di quelli grandi e famosi negli Stati Uniti, come Mall of America in Minnesota. Essendo un americano che ha passato abbastanza tempo in tali luoghi, posso garantire che il Mall di Cagli diventerà l’habitat di una specie di roditore chiamato il “mall rat,” ovvero il ratto del centro commerciale.

I mall rat sono quei ragazzi che ogni santo giorno si riuniscono al mall: per guardare i film, giocare con i video giochi, chiacchierare, esibire i tattoo, scattare le foto con i cellulari, parlare ai cellulari, bere la Coka, e soprattutto mangiare il fast food. Quindi i mall rat, oltre ad avere inclinazione per la pigrizia, tendono ad essere sempre più grassi, anche obesi, purtroppo. Non è un bel quadro.

Ci sono altre cose non belle nel tipo di sviluppo rappresentato dal Mall di Cagli.
Attrae sempre più traffico, sempre più attività commerciale e industriale, sempre più inquinamento, come quello che ha contaminato il fiume Burano e ucciso i pesci. Reca danno ai piccoli commercianti del centro storico, alcuni dei quali non sopravvivranno. Importa nel territorio l’architettura standard dei mall, piatta e brutta, che rompe la tradizione e insulta la bellezza degli edifici storici.

C’è un’alternativa a questo modello, di cui scriverò in futuro.

Ray Reece

DI…VENTO POESIA – CAGLI 10 AGOSTO 2010

Si rinnova, a Cagli, anche quest’anno, con Di…Vento Poesia, il magico legame tra le stelle che a San Lorenzo abbandonano il cielo per regalarci sogni ed i versi che, come sogni realizzati e palpitanti, salgono verso il cielo.







Il Teatro Comunale ospita, martedì 10 agosto, alle ore 21.15 (con ingresso libero) la VII edizione di Di…Vento Poesia, condotta da Ninel Donini.
Nata nella piazzetta di via Siccardi, oggi denominata piazzetta dei poeti, la serata cagliese offre a talenti, spesso sconosciuti, una occasione preziosa. La VII edizione (posta sotto il patrocinio del Comune di Cagli – Assessorato Beni ed Attività Culturali) vede come ospite d’onore Francesca Merloni, legata a Cagli da rapporti di vicinanza territoriale e stima contraccambiata, voce raffinata ed intensa che ha fatto della poesia una dimensione di vita.
Accanto a lei poeti meno noti, ma autori di versi significativi, come Alessandro Conti, Valeria Petrelli, Aldo Tei e Mara Trufelli.
Questa edizione vede la presenza di tre poeti della nostra città e ciò è motivo di orgoglio per tutti coloro che da anni, organizzano e seguono con immutato calore ed interesse, la serata di Di… Vento Poesia.

Il Vittorio Gennari Quartet eseguirà intermezzi jazz con la solita maestria e creatività.
La recitazione è affidata alle attrici della Pioletta, presenza storica e qualificante della serata: Agnese Anniballi, Silvia Fumelli e Metella Ragni.

Francesca Merloni
Francesca Merloni è nata e vive a Roma. La sua profonda vocazione poetica è emersa dopo un percorso di vita che l’ha portata alla laurea alla Luiss di Roma ad attività di comunicazione nell’ambito di grandi strutture industriali. Francesca non è solo una scrittrice di poesie; offre al pubblico la sua voce, la sua passione su musiche scritte per i suoi testi ed interpretate dal vivo.

Nel 2006 Passo delle Costellazioni (ediz, La Meridiana), un libro di poesie che diventerà anche il titolo di un lavoro teatrale.
In tour con l’orchestra filarmonica marchigiana nel marzo ed aprile 2009, voce recitante con il suo testo Rosa del Senza Nome (edizioni Una luna), parafrasi del Magnificat di Monteverdi.
E’ ideatrice e direttrice della manifestazione Poiesis (Fabriano maggio 2008 e maggio 2009), rassegna di arte, poesia, musica e cinema.

5 luglio 2010

CRONACA DELLA 3^ ESCURSIONE DELLA FAUM DI CAGLI

La terza escursione organizzata dalla Faum – Club Escursionistico “T. Clementi” di Cagli - si è svolta domenica 4 luglio lungo un itinerario un po’ più impegnativo dei precedenti ma di sicuro interesse paesaggistico ed anche culturale. Il percorso, iniziato davanti alla Caserma delle Guardie Forestali di Cagli, si è presentato subito impegnativo dopo la foto di gruppo con panorama di Cagli e campo di papaveri scattata sull’Antiata: da qui il sentiero che sale verso il Monte Bambino è piuttosto faticoso, benché ombreggiato. Raggiunta la cresta dello spartiacque lo spettacolo della gola del Burano, la vista del Monte Petrano al di là della gola, il panorama che da nord a sud-est mostra un ampio settore di territorio che va da San Marino al Monte Conero, ripagano ampiamente la prima fatica.
Da qui, sempre in salita, si procede lungo il tratto del Sentiero Frassati che conduce ai Vai, aggirando il Monte Campifobio (Rank artond) sulla sinistra nel senso di marcia.
Da qui si può osservare il sito del Castello di Figarola, sulla vetta del Monte Mezzano, quel monte che sta al centro della rotondeggiante valle della Canala. Il nome del castello, secondo alcune azzardate intuizioni, avrebbe a che fare con la curiosa conformazione della valle della Canala che col suo Monte Mezzano, visti dal Pian della Torre, riprodurrebbero, in qualche modo, le forme di un grande organo genitale femminile. Il Castello di Figarola, del quale rimangono ora, in cima al Monte Mezzano, solo i resti pur ben evidenti delle mura delle fondamenta in pietra calcarea, fu la dimora degli Acquaviva, la potente famiglia che intorno al XI-XII sec. dominò il territorio.



Nella foto si vede il sito del castello di Figarola con il Faeto sullo sfondo; sulla destra, nella macchia che circonda il fosso sotto alla strada, è ipotizzabile l’accesso al cunicolo che dovrebbe condurre all’eremo di san Salvatore, nell’altro versante del monte Campifobio. Da alcune testimonianze di anziani frequentatori della zona per attività boschive si è avuta conferma sull’esistenza di alcune “tane” (una detta tana baldina e un’altra con un nome diverso) dove si trovava ricovero dai temporali.
Poco sotto alla sella dei Vai, dal lato della gola del Burano,
fra gli alberi ai margini di un prato,
esistono ancora poche tracce di quello che fu l’eremo di San Salvatore.
Dalla “Vita Romualdi” di San Pier Damiani, si conosce che S.Romualdo visse sui monti sopra alle Foci di Cagli nel 1011, quando aveva 104 anni. Vi fondò gli eremi di San Salvatore e di San Bartolo (quello sul versante opposto della gola del Burano, quasi di fronte ai Vai).

Di fronte ai Vai, dall'altro lato della valle del Burano,
si intrevede ca' Lorenzone,
nel sito dell'eremo di San Bartolo.
Si ha conferma di ciò anche dagli Annali Camaldolesi. Inoltre numerosi documenti dell’archivio Comunale, dell’archivio segreto Apostolico Vaticano, citazioni storiche del Bricchi e del Gucci, testimoniano l’esistenza e l’importanza della chiesa di San Salvatore sopra alle Foci fino al 1620, anno in cui, dopo un lungo periodo di abbandono e di decadenza, la chiesa venne demolita ed il materiale venne impiegato dai Padri Zoccolanti per l’ampliamento del loro convento di S. Andrea presso le mura di Cagli. Il Bricchi racconta che nel luogo della chiesa venne lasciata una piccola celletta per rimembranza del monastero distrutto dalle fondamenta.
Luigi Michelini Tocci sostiene che l’eremo di San Salvatore dovette attraversare un periodo di ricchezza e di potenza, tra l’XI ed il XIII secolo. Accenna inoltre all’esistenza di una misteriosa galleria che passerebbe sotto al monte Campifobio, dall’eremo fino al fosso Mezzano, fra le Codelle e Scalamone. Non ci sarebbe da chiedersene l’utilità se si considera la presenza, poco lontano dall’eventuale sbocco, sulla cima del monte Mezzano, del castello di Figarola che all’epoca viveva il suo massimo splendore. E non si deve pensare ad un’opera di eccessivo impegno, vista la possibilità della presenza di cavità naturali nelle viscere del sovrastante monte Campifobio, il quale non è altro che una piega anticlinale di rocce cretaciche.

Dai Vai l’itinerario è proseguito lungo un ripido sentiero in discesa nel cuore della Canala fino alle case del Mulinaccio, sovrastate dal suggestivo profilo di quanto resta della Pieve di Santo Stefano di Acquaviva, detta “de Figarola” risalente a prima del 1200.



I ruderi della chiesa di S. Stefano di Acquaviva,
detta "de Figarola"

Riferisce don Gottardo Buroni (“La Diocesi di Cagli” - Tipografia Bramante – Urbania, 1943) che nel 1930 “…oltre l’altar maggiore dedicato a S.Stefano la chiesa ne ha altri due compresi nelle due cappelle laterali, dei quali quello a settentrione è sacro alla Vergine del Rosario. Il quadro che vi era fu rimosso e collocato presso la porta della sagrestia, in sua vece fu posto il quadro della diruta chiesa di S.Maria del Trebbio, in cui si vedono dipinte le immagini di alcuni santi con in mezzo quella antichissima della B. Vergine. Di fronte c’è l’altare di S. Giuseppe, con quadro fatto dipingere con altri santi da D. Vena, che in un angolo della tela fece scrivere anche il suo nome.” Chissà dov’è finita tutta sta roba? Oggi il tetto della chiesa è crollato, rimangono in piedi le mura perimetrali ed il campanile che aveva ben quattro campane, delle quali la più grande pesava ben 600 Kg. - come quella di San Francesco a Cagli, per intenderci -. Sarebbe un peccato se crollasse tutto, perché almeno il rudere, da dovunque lo si guardi, caratterizza il profilo dell’orizzonte con una testimonianza del passato non trascurabile.

Varcata la Serra di Acquaviva, l’itinerario è proseguito lungo un sentiero che corre a mezza costa del Monte Bambino, quasi orizzontalmente, attraverso Ca’ Vicarello e Ca’ Lanna fino all’Antiata. Questo tracciato ripercorre un antico itinerario di epoca romana che collegava l’antica Cale Vicus a Sentinum, l’attuale Sassoferrato, rappresentando uno dei più importanti diverticoli della strada consolare Flaminia.
Peccato che la maleducazione di qualcuno abbia turbato la tranquillità della comitiva. Infatti lungo questo tratto di strada un cane pastore maremmano, lasciato libero dal proprietario, ha creato qualche problema al transito: il proprietario, intervenuto con comodo in seguito ai richiami dei malcapitati, anziché trattenere il cane si limitava a dire “nit avanti, nit avanti ch’en v’ fa nient’ ”, mentre il cane, minaccioso, continuava a ringhiare piazzato lì in mezzo alla strada.
Queste cose fanno incazzare !

2 luglio 2010

Presentazione del libro sulle ammoniti dei nostri monti.

Venerdi 9 luglio 2010
ore 18 a Cagli
Sala del Gran Consiglio
Presentazione del libro
AMMONITI del GIURASSICO INFERIORE
Umbro-Marchigiano

Prof.Federico Venturi

190 Schede di Ammoniti suddivise per Famiglie, Generi e Specie presenti nelle rocce sedimentarie depositate durante 25 milioni di anni nel Appennino Umbro-Marchigiano.
Presentati i nuovi Generi , Catriceras, Petranoceras , Cagliceras, Caleites, Cariniceras, Eremeticeras, Furlites, Furloceras, Secchianoceras e Tethymorphites provenienti prevalentemente dalle nostre località.
Oltre 14 le tavole delle Sezioni studiate nei nostri territori, con i log delle faune trovate negli strati .
Tutte le sezioni sono state pubblicate negli anni "90 dal gruppo FARAONI_MARINI_PALLINI_VENTURI.
I campioni sono per la maggior parte appartenenti alla Collezione Faraoni Secchiano Cagli PU.


In questo libro sono analizzate le principali strutture geologiche dell’Appennino con orientamento NO-SE tagliate dai fiumi Candigliano , Bosso, Burano e Sentino, formate da rocce sedimentarie depositate 200 milioni di anni fa’.
Tra i capitoli ci sono la Biostratigrafia , la Paleogeografia , la Morfologia , la Sistematica degli Ammoniti ; tutte queste sezioni sono state pubblicate negli anni 90” dal gruppo FARAONI_MARINI_PALLINI_VENTURI. I campioni sono
per la maggior parte appartenenti alla Collezione Faraoni Secchiano Cagli PU.
Ritrovati gli strati con le faune del Bonarelli 1899 ( cava Ing. Morena Ponte Alto Burano ) e finite al British Museum di Londra durante la seconda guerra mondiale .

Localita' studiate

Fiume Candigliano - Gorgo a Cerbara. Fiume Bosso San Nicolo'- Stirpeto - fiume Passerella - Le Lastre. Fiume Burano Fontacce di Cantiano- Cava Morena- Maranghi cava pietra litografica. Monte Nerone cava Bugarone. Monte Catria cava Pallareto Chiaserna- Le Gorghe . Passo furlo Cava Grilli. Fiume Sentino Valdorbia Acque Minerali

Copia in visione - in vendita su ordinazione dall'autore
email: venturi@unipg.it
Prezzo copertina 60 € Pag 368