Capitolo 1
Destinazioni turistiche: uno sguardo teorico
1.1
Definire una destinazione
turistica
Sono sempre di più le regioni, le città e i paesi che hanno capito che la
crescita come destinazione turistica permette di valorizzare le loro risorse
produttive, i loro paesaggi, la loro vita culturale, attraendo così turisti che
apportano ricchezza: è sempre stata questa la molla che ha indotto le
amministrazioni locali a curarne lo sviluppo.
Grazie alla globalizzazione e alla riduzione delle barriere spaziali, si è
favorito la riscoperta degli ambiti locali e dei loro elementi di attrazione e nella
rivalutazione del patrimonio di un’area è diventato preponderante il ruolo
delle sue peculiarità.
E’ cresciuta, di conseguenza, l’attrattiva delle mete secondarie, delle
destinazioni periferiche meno note e non ancora inserire negli itinerari
turistici di massa, dove il visitatore vuole conoscere la vita reale delle
persone che vi abitano e ricerca l’autenticità. L’autenticità è intesa nel
senso di ambiente primitivo, naturale, non
intaccato dalla modernità, preservato grazie a separazioni geografiche. Per il
turista è autentico soprattutto ciò che rispecchia la cultura del luogo
ospitante.
Nel settore
turistico il concetto di autenticità richiama, dunque, quello di tradizione e
di origini e adotta simboli che fanno riferimento ad eventi, epoche o stili di
vita del passato. Alcune risorse turistiche sono considerate “uniche” proprio
perché autentiche. L’autenticità può esser vista come uno strumento per
costruire e/o legittimare l’identità di un luogo
grazie ad un mito, un simbolo del territorio.
Oggi cresce la domanda di vacanze legate a
specifici interessi, di esperienze turistiche nuove, autentiche, interattive,
nostalgiche, indimenticabili, personalizzate, che rappresentino elementi di
trasformazione e di crescita interiore per il consumatore, coinvolgendolo
attivamente.
I turisti chiedono sempre più frequentemente
esperienze creative, che siano innovative, ma autentiche che li avvicinino alle
culture dei luoghi visitati e alle nuove destinazioni scoperte.
La destinazione turistica è un insieme di risorse che hanno una capacità di
attrazione sufficiente a indurre un viaggiatore a compiere gli sforzi necessari
per raggiungerla, con l’aggiunta del servizi necessari per il suo soggiorno. La
destinazione turistica è costituita da un
insieme di attrattive e di servizi.
Non è quindi sufficiente avere solo servizi, così come non è sufficiente
avere solo attrattive. Un bel mare senza servizi non è una destinazione
turistica, così come non lo è un bel albergo di per sé.
Essa quindi deve essere il risultato di
un buon intreccio tra risorse e servizi. Secondo Cazes (1993) una buona destinazione deve possedere
le cinque “A”, ovvero:
· Attractions (Le attrazioni: che possono essere artificiali, naturali,
culturali ecc.);
· Accessibility (L’accessibilità: importante anche la disponibilità di
servizi locali);
· Amenities (servizi: internet,
telefonia, radio, tv, ma anche energia elettrica, acqua ecc.);
· Accommodation ( Le strutture ricettive: sono una serie di comfort e
infrastrutture);
· Activities (attività).
Quindi, affinché si possa parlare di prodotto turistico,
ciascuna di queste cinque componenti dev’essere presente nella destinazione.
“ La tipologia del
turismo attratto da una destinazione è determinato dalla qualità e dall’insieme
di attrazioni, sovrastrutture e infrastrutture là presenti; di conseguenza il
ruolo della programmazione e della gestione dell’intero prodotto turistico
della destinazione sono fondamentali per raggiungere i mercati bersaglio e
offrire un’esperienza turistica soddisfacente”.
(Cooper et.al., 2002 pag.90).
Perché una destinazione turistica funzioni, non è sufficiente un luogo pieno di musei e di monumenti, anche
molto belli. Perché il mercato non chiede questo. Una meta turistica può essere
un luogo che si limita a esibire reperti storici e artistici, senza vita, all’interno
di un concetto statico dell’offerta.
Un esempio è costituito dalle cosiddette città d’arte, interpretate come
destinazioni turistiche in sé. Non è più così. Assisi, in Umbria per esempio,
non può essere considerata una destinazione turistica. Si tratta di risorse
turistiche, è diverso. Questo perché la gente ci passa poche ore e poi se ne
va, in quanto non trova servizi sufficienti a giustificare permanenze più
lunghe.
È viceversa una destinazione turistica Disneyland, che, offrendo alberghi
tematici per diversi target, ristoranti per la sera, possibilità di assistere a
spettacoli dopo cena, riesce ad trattenere i visitatori per più giorni.
Figura 1: il territorio della Disneyland |
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