da Flaminia & dintorni del 23 dicembre 2017
“Dire
che non c’è nessuno ad un incontro dove sono presenti una settantina di persone
mi sembra un informazione poco realistica e, se rispetto allo scorso anno si
può registrare una flessione di una ventina di persone, non viene riportata la
presenza di alcuni che protestavano e che ora hanno capito la positività della
proposta. Che poteva esserci più gente è indubbio, ma noi siamo soddisfatti di
come è andata. Per quanto riguarda il mio intervento introduttivo di circa 40
minuti non ho parlato di fisiatria perché nell’attuale convenzione non c’è, ma
ho parlato soprattutto della lungodegenza, dei vari servizi anche nuovi, che
partiranno a gennaio/febbraio e dell’inizio dell’integrazione con medici
interni al servizio di pronto intervento che si completerà con l’altra parte
della convenzione. Altri punti che mi sento di precisare: chi ha messo i
cartelli di una legittima protesta contro l’uso del privato, non è altro che un
gruppetto di cinque sei persone, appartenenti principalmente a gruppi di destra
e al movimento cinque stelle da sempre contro la riforma sanitaria. Ma quello
che più mi preme sottolineare è l’aver letto che ‘non hanno trovato alcuna
risposta a chi è intervenuto chiedendo il perché servizi che erogherà il
privato, non si potevano ugualmente continuare con l’Asur regionale ed alle
stesse condizioni’. Questo vuol dire non aver ascoltato quando si è detto, e
cioè che la riforma è inevitabile per i provvedimenti nazionali, che ti
chiedono di ridurre gli ospedali, tant’è che sono 13 i trasformati, e che anche
se i posti letto sono sotto il numero consentito vanno calcolati insieme alla
mobilità passiva che nella regione e soprattutto nella nostra provincia è alta.
Quindi se si vuole la lungodegenza e si vuol integrare il servizio del 118 con
medici ospedalieri, l’unico che può dare questa risposta è il privato, che solo
a Cagli e a Sassocorvaro possiamo attivare in quanto presente nei nostri
ospedali da tempo. In più sono note ormai le difficoltà che ha la struttura
pubblica nel dare risposte sugli altri servizi nel reperire personale e
nell’avere una più complessa macchina organizzativa. Anche se detto tante volte
è bene ricordare che la gestione privata convenzionata non cambia le condizioni
per l’accesso ai servizi che si pagano alla stessa maniera e che mentre nelle
altre provincie ci sono cliniche gestite dal privato, solo da noi non ci sono,
ma abbiamo un alto tasso di mobilità passiva e andiamo negli ospedali
convenzionati gestiti dal privato principalmente in Emilia Romagna. Un’altra puntualizzazione
è che all’amministratore delegato della KOS santo Stefano non è stato chiesto
nulla dopo il suo intervento e dei pochi che sono intervenuti nel dibattito
quasi la metà erano di fuori territorio e che da anni portano avanti una
posizione contro la riforma. Ora si va avanti con forza perché la cosa più
importante è dare servizi e risposte alla gente e spero in primavera di fare un
secondo incontro per chiudere la convenzione e questa volta, organizzato a
livello istituzionale con tutti i sindaci, ricordando che la sanità pubblica è
un bene importante che va difeso ma che nel nostro caso la gestione
convenzionata con il privato ci potrà dare le risposte che ci occorrono”.
Nessun commento:
Posta un commento