modellata da Enrico Quattrini,
eseguita e dipinta da Leopoldo Celani.
E' di legno di cedro del Libano, proveniente dai Giardini
Vaticani e voluta da Pio XI, che provvide alla sua
incoronazione e al trasporto solenne a Loreto nel 1922.
La Madonna Nera precedente era purtroppo stata
distrutta da un incendio, che secondo le fonti
è un usanza in vigore dal 1500.
La prima immagine venerata in Santa Casa non era una statua, ma un dipinto su tavola, di probabile matrice bizantina. Il f. 181 del Chartularium Culisanense (1294) informa che, insieme alle «sante pietre portate via dalla casa della Madonna, la Madre di Dio» e - secondo una fondata ipotesi - finite a Loreto, c’era una «tavola lignea dipinta, dove la Madonna, Vergine Madre di Dio, tiene in grembo il Bambino Gesù, Salvatore nostro ».
Un documento del 1315 attesta che alcuni ghibellini di Recanati assaltarono e spogliarono la «chiesa di Santa Maria di Loreto», ossia la Santa Casa, asportando anche le corone dalla «icona» della Madonna e del Bambino. Intorno al 1468, poi, Giacomo Ricci, un canonico umanista di Brescia, pellegrino a Loreto per sciogliere un voto, descrisse l’immagine che definì: «una pittura tanto dolce e bella», e precisò che era «a mezza figura» e che si trattava di una «piccola tavola».
Questa immagine dipinta è menzionata dai pellegrini fin verso il 1528, dopo di che si comincia a parlare solo della statua lignea. Probabilmente, durante i lavori di sistemazione del soffitto e dell’altare della Santa Casa, intorno al 1530, l’icona dipinta su tavola andò perduta e al suo posto fu collocata una statua trecentesca che da tempo era situata in una nicchia, sopra la porticina orientale, detta dei Custodi. Questa era dipinta con veste dorata e manto azzurro della Vergine e del Bambino: il colore aureo alludeva alla regalità di Cristo, partecipata alla Madre, e l’azzurro simboleggiava il mondo soprannaturale.
L'icona normalmente la si vede con la 'dalmatica'
cioè la sua classica 'veste';
nella foto è invece rappresentata
la statua al naturale.
La statua trecentesca è andata distrutta nell’incendio scoppiato in Santa Casa nella notte tra il 22 e il 23 febbraio 1921. La nuova statua, per volontà di Pio XI, è stata scolpita sul modello della precedente, utilizzando il tronco di un cedro del Libano cresciuto nei Giardini Vaticani. Fu modellata da Enrico Quattrini e dipinta da Leopoldo Celani che le conferì un colore nero eccessivo, non corrispondente all’originale.
La statua della Vergine Lauretana, liberata dalla dalmatica che la avvolge fin dal secolo XVI, appare eminentemente cristologica. Protagonista, infatti, è il Bambino, che con la mano destra benedice e con la sinistra tiene il globo terracqueo (oikoumenikón) del Salvator mundi (Salvatore del mondo). Poggia i piedi sulla vistosa piega del manto della Vergine, simbolo del suo grembo materno. È lei che presenta il Figlio all’adorazione dei fedeli, ricordando loro che lui solo è il Salvatore. È la Madre che accoglie e porta i figli al Figlio nella sua Casa nazaretana.