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25 gennaio 2017

Assemblea in difesa dell'Ospedale di Cagli: la lotta continua.

di Lucio Palazzetti


Scarsa affluenza questa sera all'assemblea del Comitato pro Ospedale di Cagli: la disinformazione, la smemoratezza, la stanchezza, il freddo, la partita, il partito, questi i troppi ostacoli che hanno tenuto troppa gente lontana da questo importante evento per la nostra città. Ma non creda qualcuno che ai cagliesi non interessi la sorte del nostro ospedale. Il cagliese ci tiene al proprio ospedale, è orgoglioso di ciò che è stato il nostro ospedale, è fiducioso che qualcuno salverà il nostro ospedale. Il cagliese non muove un dito però per il suo ospedale. Il cagliese delega, qualcuno lo salverà parchè lo deve fare. Ma sta volta il cagliese ha sbagliato, non ha capito. L’ospedale non c’è più. Adesso c’è un ospedale di comunità che di ospedaliero ha solo il nome ma che di fatto è solo un’infermeria, un poliambulatorio e un parcheggio per l’ambulanza del 118. E al cagliese non rimane, all’occorrenza, che scegliere fra Urbino e Gubbio, informandosi bene, prima, di come in quelle due strutture sanitarie vengono erogati i servizi sanitari che gli servono. E poi, quando fra qualche anno andrà a votare, si sarà già abituato a questo nuovo stato di cose e ridarà il voto a chi l’ha sempre dato. Cagliesi, r.i.p.!
Ma in questa occasione sono state rimandate al mittente le accuse di morbidezza ed inefficienza rivolte da qualcuno a questo Comitato.
È vero che il Comitato ha espresso grandi capacità organizzative solo fino a quando una frangia politica non ha deciso di sostenere la linea proposta dal rappresentante locale in Regione Traversini.  Dopo di che il Comitato ha però continuato nella sua linea di sostegno all’azione dell’amministrazione comunale e del sindaco Alessandri, organizzando altri eventi ed iniziative, magari meno eclatanti, ma altrettanto comunicativi della volontà dei cittadini contro la 139 che ci veniva proposta.
Non è passata quindi l’idea di addossare al Comitato la mancanza di risultati, imputabile invece in primis alla ferma volontà di realizzazione di questo progetto regionale da parte della Giunta Ceriscioli, e secondariamente alla  mancanza di coesione di  una cittadinanza divisa fra due posizioni differenti: quella contro la 139, assunta dal Comitato e dall’Amministrazione e quella a favore della 139 assunta da altri.
Il risultato è che oggi ci troviamo costretti a subire la 139 come ci è stata spiegata dal direttore di Area Vasta Fiorenzuolo, magari con qualche servizio in più se il consigliere regionale Traversini riuscirà a mettere in atto, come ha promesso,  qualche servizio ospedaliero affidato al privato convenzionato.
Ma la 139 indicata da Fiorenzuolo a tutt’oggi non è attuata che in piccola parte: oggi mancano molti tasselli, il nostro ospedale è stato smantellato, ma non sono operative neppure le nostre strutture di riferimento di Urbino e di Pesaro. È quindi su questo che dobbiamo fondare la nostra protesta e dobbiamo esercitare una forte e continua pressione affinchè tutto quanto ci è stato proposto con questa maledetta 139 ci venga dato realmente e in modo che ci siano garantiti appieno quei servizi sanitari che ci sono indispensabili,  emergenza in primis.

C’è da aggiungere infine che alla luce delle notizie che pervengono oggi sulla nascita in Parlamento di un pacchetto di emendamenti condiviso da tutti i partiti a favore delle zone colpite dal terremoto, visto che tali emendamenti potrebbero contenere norme a favore di aree montane in generale per le quali cambierebbero i riferimenti dai quali parte la riforma sanitaria marchigiana, si ritiene opportuno adoperarsi in ogni modo affinché l'ulteriore smantellamento dei servizi sanitari ancora presenti nel nostro ospedale non venga realizzato, in attesa di eventuali passi indietro della riforma.

24 gennaio 2017

Sebastiano Lo Monaco venerdì al Comunale

PER NON MORIRE DI MAFIA
di Pietro Grasso - regia Alessio Pizzech
Venerdì 28 gennaio 2017 ore 21.00 - Teatro Comunale di Cagli (PU)

«Finché la mafia esiste bisogna parlarne, discuterne, reagire. Il silenzio è l'ossigeno grazie al quale i sistemi criminali si riorganizzano e la pericolosissima simbiosi di mafia, economia e potere si rafforza. I silenzi di oggi siamo destinati a pagarli duramente domani, con una mafia sempre più forte, con cittadini sempre meno liberi» Pietro Grasso
In scena al Teatro di Cagli, venerdì 27 gennaio alle 21.00, un grande spettacolo di teatro civile per non smettere mai di denunciare la criminalità organizzata. Una replica dedicata ai ragazzi delle scuole del territorio andrà in scena sabato 29 gennaio alle 10.30.
Quando comincia la nuova mafia? Come ha cambiato la vita della Sicilia e dell'Italia? Che cosa ci resta ancora da fare e da sperare con sconfiggerla? Sono alcuni degli interrogativi che Pietro Grasso - Procuratore Nazionale Antimafia dal 2005 al 2012 - si pone nel libro "Per non morire di mafia" uscito nel 2009, oggi proposto in versione teatrale da Sebastiano Lo Monaco. Uno spettacolo di forte impegno che ha debuttato nel 2010 a Spoleto e che in questi anni non ha mai smesso di riscuotere attenzione e successo in tutta Italia.
Nel libro Pietro Grasso ripercorre le stagioni della guerra alla cupola siciliana e affronta anche rapporti delicati: legami tra mafia e politica, scontri all'interno della magistratura, carenze legislative e di mezzi. Grasso analizza gli intrecci con la 'ndrangheta e la camorra e traccia una mappa delle nuove mafie (cinesi, russe, albanesi, nigeriane, colombiane), individuando strade e strumenti per proseguire nella lotta alla criminalità.
"Per non morire di mafia" è un monologo intenso, vibrante di sdegno e di impegno civile; è uno spettacolo che nasce quando Lo Monaco, uomo di teatro, e Grasso, magistrato, hanno condiviso la necessità di restituire un'esperienza rendendola simbolica. L' evento diventa così un rito collettivo con l'incontro tra il teatro e la società civile, un vero e proprio progetto/spettacolo contro il silenzio: per far parlare, discutere, reagire.
"Per non morire di mafia" vuole sollecitare domande e una maggiore consapevolezza negli spettatori. Il personaggio in scena lancia un grido rivolto alle coscienze, per suscitare una presa di posizione e una speranza che possa dare corpo ad un'utopia per le nuove generazioni. Un monologo che riconduce il teatro alla sua funzione civile ed evocativa. Un teatro capace di disegnare uomini e delineare esperienze di vita che possano divenire modelli. Un teatro che senza intellettualismi vuole dare un contributo al recupero di un senso della civiltà.
Sebastiano Lo Monaco, su una scena dominata da una grande lavagna sulla quale le frasi guidano le riflessioni tratte dal libro, offre una grande prova d'attore, con un forte e sincero coinvolgimento nelle vicende narrate. Grazie alla sua interpretazione l'atto di denuncia contro le mafie assume una forza profonda e piena di significato civile. Il pubblico è totalmente coinvolto sia sul piano emotivo che su quello della riflessione personale e collettiva. "Per non morire di mafia" diventa un grido urgente, necessario e condiviso per non perdere la speranza in un paese migliore.

Biglietti
Posto Unico 10,00 € - Biglietti online su www.liveticket.it - Botteghino del Teatro  Tel. 0721 781341

Teatro Comunale di Cagli
Piazza Papa Niccolò IV, 61043 - Cagli (Pesaro Urbino - Marche)
Tel. 0721 780731- email: ufficiocultura@comune.cagli.ps.it


Sebastiano Lo Monaco
Attore e regista teatrale nato in Sicilia nel 1958, si è diplomato all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica. Ha lavorato in teatro con Enrico Maria Salerno, Salvo Randone, Adriana Asti, Annamaria Guarnieri, Giustino Durano. Dal 1989 con la propria compagnia produce spettacoli (nel quale è sempre protagonista) coinvolgendo attrici come Paola Borboni e Alida Valli e registi come Giuseppe Patroni Griffi, Roberto Guicciardini e Mauro Bolognini.
Tra i molti testi interpretati da Lo Monaco, figurano Enrico IV, Così è (se vi pare), Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand, Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller, Otello di William Shakespeare, Per non morire di mafia da un testo di Pietro Grasso, Non è vero... ma ci credo di Peppino De Filippo. Edipo (Sofocle) nell'Edipo Re al Teatro Greco di Siracusa (2004),"Dopo il silenzio"da un testo di Pietro Grassoin scena a Spoleto 2013 con Mariangela D'abbraccio e Turi Moricca. Particolare attenzione ha rivolto ai testi del conterraneo Pirandello con Questa sera si recita a soggetto, Sei personaggi in cerca d'autore, Non si sa come e Il berretto a sonagli, attualmente in tournée. Tra gli ultimi lavori anche "Il Mio Nome è Nessuno, l'Ulisse" da un testo di Valerio Massimo Manfredi.
Recita anche in diversi film tra i quali Festa di laurea di Pupi Avati (1985), Dove siete? Io sono qui di Liliana Cavani (1993), I Viceré di Roberto Faenza (2007) e Baarìa, regia di Giuseppe Tornatore (2009).

In televisione è tra gli interpreti de La piovra 8 e 9, Un prete tra noi, Sarò il tuo giudice, La romana per la regia di Giuseppe Patroni Griffi, Joe Petrosino, Il delitto di Via Poma di Roberto Faenza e Boris Giuliano - Un poliziotto a Palermo con la regia di Ricky Tognazzi.

21 gennaio 2017

Ospedale di comunità. Incontro del Comitato con il consigliere regionale Traversini

di Lucio Palazzetti
Dopo l’ìncontro di oggi del Comitato pro Ospedale con il consigliere regionale Traversini non si possono dedurre nuove prospettive se non quella di dovere accettare con rassegnazione il contenuto della 139 che però ancora oggi non è a regime e che quindi dovrebbe essere monitorata dal Comitato attraverso una presenza costante di rappresentanti nella nostra struttura ospedaliera.
Appare evidente che la scelta di Traversini di un anno fa di non raccogliere la protesta del territorio e dei Sindaci non ha favorito un esito diverso del progetto regionale per il nostro ospedale.
Oggi tutto l’impegno del “nostro” rappresentante in Regione è quindi rivolto all’affermazione del potenziamento del privato attraverso l’attivazione intanto di 10 posti letto di lungodegenza da far gestire in convenzione dal Santo Stefano, con la prospettiva di estendere al privato convenzionato anche altri servizi quali il medico ospedaliero per il PAT,  i medici per il reparto di cure intermedie, i medici specialisti per gli ambulatori, ecc. tutte cose però queste di difficile realizzazione per motivi legali.
Ma qualcuno ha obiettato che pensare di ottenere buoni risultati dalla sanità privata in una zona a bassa densità abitativa come la nostra si potrebbe rivelare in poco tempo una amara delusione.


Rimane confermata quindi l’assemblea di mercoledì 25 gennaio alle ore 21.00 nella Sala Mencherini del Teatro Comunale per decidere il da farsi.

9 gennaio 2017

Molti dubbi sui nuovi servizi sanitari.

GUARDA IL VIDEO

di Lucio Palazzetti
Voglio riepilogare l’elenco dei servizi nella nostra struttura sanitaria in atto dal 1/1/2017 desunti dalle parole del direttore di area vasta Fiorenzuolo durante l’inattesa apparizione all'Ospedale di Cagli - come l’ho capito io - chiedendo quindi le eventuali correzioni ed integrazioni:

Costituzione di un nuovo ambulatorio infermieristico dalle 8 del lunedì alle 8 di sabato (con quali obiettivi? E dalle 8 del sabato alle 8 del lunedì non ci sarà l’ambulatorio infermieristico. Ciò cosa comporta?)

DI NOTTE:
-          la POTES del 118
-          un medico di continuità assistenziale per le esigenze dirette e/o domiciliari
-          un secondo medico di continuità assistenziale per le esigenze interne alla struttura
-          un medico dipendente per ora fino al 31 marzo, poi si vedrà, presso il reparto di 35 p.l. di cure intermedie
Quindi un paziente che di notte ha dei sintomi preoccupanti deve rivolgersi preventivamente telefonicamente al 118 che valuterà l’iter da fare seguire al paziente.
Il Paziente che si rivolgerà al PAT sia perché inviato dal 118 sia per iniziativa personale, verrà comunque preso in cura dal medico di continuità assistenziale il quale deciderà a sua volta il da farsi, compreso l’eventuale ricovero lì o il trasferimento nella struttura ospedaliera più adeguata al caso. 

DI GIORNO
-          35 p.l. di cure intermedie assistiti (di giorno) da medici di medicina generale che hanno aderito al progetto e ( provvisoriamente in attesa di completare l’organico e la formazione dei medici di medicina generale ) da medici dipendenti ( un articolo del Corriere Adriatico del 8/1/2017 riferisce che per ora 10 p.l. verrebbero gestiti dai medici di medicina generale e gli altri 25 da medici dipendenti )
-          Previsione di prossima attivazione di 10 p.l. di lungodegenza gestiti dal S. Stefano in convenzione
-          20 posti letto di riabilitazione (ospedaliera o extra ospedaliera ?) gestiti dal S. Stefano




Quello che non è stato chiesto a Fiorenzuolo ma va accertato quanto prima è:

quali sono le dotazioni a disposizione del PAT e del reparto, se è prevista in particolare la possibilità di eseguire indagini laboratoristiche e indagini radiologiche

se è predisposto un protocollo che disciplini i trasporti secondari ai centri spoke o hub

se è prevista la presenza di una emoteca

se verranno ripristinati tutti gli ambulatori e le attività specialistiche previste dalla delibera 139 del 22/2/2016 

se verranno presi provvedimenti per abbassare drasticamente le liste di attesa.

E poi bisogna vedere come si risolverà la questione dei medici di medicina generale se perdurerà la loro non disponibilità ad aderire alla riforma. 

Dovremo accontentarci di giovani neolaureati, benché adeguatamente formati al trattamento di codici bianchi e gialli, ma pur sempre, almeno all’inizio, privi di esperienza?



E la questione del reparto di lungodegenza convenzionata: quali conseguenze ci saranno se non verrà attivato come è già capitato a Macerata Feltria? E cosa si intenderebbe fare con i soldi risparmiati dalla mancata attuazione di detta convenzione?

Auspichiamo quindi che quanto prima venga organiizzato in incontro con la popolazione dove i dirigenti di area vasta, i rappresentanti politici del territorio e gli amministratori locali vengano a chiarire questi ed altri dubbi ora che tutto sembra definitivamente deciso.