di Lucio Palazzetti
Scarsa affluenza questa sera all'assemblea del Comitato pro Ospedale di Cagli: la disinformazione, la smemoratezza, la stanchezza, il freddo, la partita, il partito, questi i troppi ostacoli che hanno tenuto troppa gente lontana da questo importante evento per la nostra città. Ma non creda qualcuno che ai cagliesi non interessi la sorte del nostro ospedale. Il cagliese ci tiene al proprio ospedale, è orgoglioso di ciò che è stato il nostro ospedale, è fiducioso che qualcuno salverà il nostro ospedale. Il cagliese non muove un dito però per il suo ospedale. Il cagliese delega, qualcuno lo salverà parchè lo deve fare. Ma sta volta il cagliese ha sbagliato, non ha capito. L’ospedale non c’è più. Adesso c’è un ospedale di comunità che di ospedaliero ha solo il nome ma che di fatto è solo un’infermeria, un poliambulatorio e un parcheggio per l’ambulanza del 118. E al cagliese non rimane, all’occorrenza, che scegliere fra Urbino e Gubbio, informandosi bene, prima, di come in quelle due strutture sanitarie vengono erogati i servizi sanitari che gli servono. E poi, quando fra qualche anno andrà a votare, si sarà già abituato a questo nuovo stato di cose e ridarà il voto a chi l’ha sempre dato. Cagliesi, r.i.p.!
Scarsa affluenza questa sera all'assemblea del Comitato pro Ospedale di Cagli: la disinformazione, la smemoratezza, la stanchezza, il freddo, la partita, il partito, questi i troppi ostacoli che hanno tenuto troppa gente lontana da questo importante evento per la nostra città. Ma non creda qualcuno che ai cagliesi non interessi la sorte del nostro ospedale. Il cagliese ci tiene al proprio ospedale, è orgoglioso di ciò che è stato il nostro ospedale, è fiducioso che qualcuno salverà il nostro ospedale. Il cagliese non muove un dito però per il suo ospedale. Il cagliese delega, qualcuno lo salverà parchè lo deve fare. Ma sta volta il cagliese ha sbagliato, non ha capito. L’ospedale non c’è più. Adesso c’è un ospedale di comunità che di ospedaliero ha solo il nome ma che di fatto è solo un’infermeria, un poliambulatorio e un parcheggio per l’ambulanza del 118. E al cagliese non rimane, all’occorrenza, che scegliere fra Urbino e Gubbio, informandosi bene, prima, di come in quelle due strutture sanitarie vengono erogati i servizi sanitari che gli servono. E poi, quando fra qualche anno andrà a votare, si sarà già abituato a questo nuovo stato di cose e ridarà il voto a chi l’ha sempre dato. Cagliesi, r.i.p.!
Ma in questa occasione sono
state rimandate al mittente le accuse di morbidezza ed inefficienza rivolte da
qualcuno a questo Comitato.
È vero che il Comitato ha espresso
grandi capacità organizzative solo fino a quando una frangia politica non ha
deciso di sostenere la linea proposta dal rappresentante locale in Regione
Traversini. Dopo di che il Comitato ha però
continuato nella sua linea di sostegno all’azione dell’amministrazione comunale
e del sindaco Alessandri, organizzando altri eventi ed iniziative, magari meno
eclatanti, ma altrettanto comunicativi della volontà dei cittadini contro la
139 che ci veniva proposta.
Non è passata quindi l’idea
di addossare al Comitato la mancanza di risultati, imputabile invece in primis
alla ferma volontà di realizzazione di questo progetto regionale da parte della
Giunta Ceriscioli, e secondariamente alla
mancanza di coesione di una
cittadinanza divisa fra due posizioni differenti: quella contro la 139, assunta
dal Comitato e dall’Amministrazione e quella a favore della 139 assunta da
altri.
Il risultato è che oggi
ci troviamo costretti a subire la 139 come ci è stata spiegata dal direttore di
Area Vasta Fiorenzuolo, magari con qualche servizio in più se il consigliere
regionale Traversini riuscirà a mettere in atto, come ha promesso, qualche servizio ospedaliero affidato al
privato convenzionato.
Ma la 139 indicata da
Fiorenzuolo a tutt’oggi non è attuata che in piccola parte: oggi mancano molti
tasselli, il nostro ospedale è stato smantellato, ma non sono operative neppure
le nostre strutture di riferimento di Urbino e di Pesaro. È quindi su questo
che dobbiamo fondare la nostra protesta e dobbiamo esercitare una forte e
continua pressione affinchè tutto quanto ci è stato proposto con questa
maledetta 139 ci venga dato realmente e in modo che ci siano garantiti appieno
quei servizi sanitari che ci sono indispensabili, emergenza in primis.
C’è da aggiungere infine
che alla luce delle notizie che pervengono oggi sulla nascita in Parlamento di un pacchetto
di emendamenti condiviso da tutti i partiti a favore delle zone colpite dal
terremoto, visto che tali emendamenti potrebbero contenere norme a favore di
aree montane in generale per le quali cambierebbero i riferimenti dai quali
parte la riforma sanitaria marchigiana, si ritiene opportuno adoperarsi in ogni
modo affinché l'ulteriore smantellamento dei servizi sanitari ancora presenti nel nostro
ospedale non venga realizzato, in attesa di eventuali passi
indietro della riforma.