concerto per pianoforte solo
Pianista: Fausto Bongelli
Musiche di Fernando Mencherini
Lei è ritenuto uno dei massimi interpreti italiani della musica contemporanea, cosa l'ha spinta a dedicarsi in particolare a questo linguaggio musicale?
Sin da ragazzo sono sempre stato attratto dalla dissonanza e, per dirla con Williams Paterson, “la dissonanza (se vi interessa) porta alla scoperta”. La musica contemporanea mi ha aperto mondi nuovi e l’esplorazione dell’evoluzione del linguaggio mi fa stare sveglio; amo gli agitatori culturali.
Com'è la situazione della musica contemporanea oggi in Italia?
Il mondo della musica italiana è estremamente conservatore e tende a ripiegarsi su se stesso. Ci sono importanti e interessanti festival di Nuova Musica in tutto il paese che rischiano di scomparire per mancanza di sovvenzioni. In ogni caso, ritengo che la spinta propulsiva della musica sia inarrestabile!
L'intero materiale del CD è composto dalle opere di Fernando Mencherini. Come e quando ha iniziato a collaborare con il compositore?
Ho conosciuto Mencherini a metà degli anni ottanta. Mi piacquero subito sia lui sia la sua musica. Era un uomo diretto e senza fronzoli, non faceva nulla per risultare simpatico, parlava con una certa riluttanza del suo lavoro. Cercava un pianista per un suo pezzo (Per Limina) con cui aveva vinto un concorso a Budapest (ISCM 1986) e da quel momento, come nelle migliori storie d’amicizia, non ci siamo più lasciati.
Posso dire che la sua vicinanza ha cambiato il mio modo di essere musicista: mi ha fatto conoscere compositori che ignoravo (Rzewski, Ligeti, Glass, Reich ed altri). E – soprattutto – mi sono liberato dalle concezioni accademiche del Conservatorio. Ancora oggi, a quattordici anni dalla scomparsa, mi manca.
Quali sono le caratteristiche principali della musica di Mencherini? Le sue partiture rappresentano una sfida stimolante per l'esecutore?
Nel cd mi sono concentrato particolarmente sull’ultima produzione pianistica. I brani che affronto si muovono su diversi piani e offrono un ricco spaccato della poetica mencheriniana, dalla costante ricerca sul ritmo di Rite in Progress, all'intima e melanconica espressività di La Huella, dalla libertà formale, al limite dell'improvvisazione di Canzone Periferica - dove Mencherini getta un ponte con il passato utilizzando in modo molto dilatato una successione armonica di un Notturno di Chopin - alla concezione modulare delle Sei Danze Armoniche.
Posso dire di aver visto nascere tutti i pezzi pianistici di Fernando perché spesso mi sottoponeva i primi abbozzi che guardavo con molta curiosità; era imprevedibile e nulla era scontato.
A proposito di sfide: una volta un noto pianista italiano gli commissionò un pezzo che poi, insieme ad un altro noto pianista, giudicò ineseguibile. Lo studiai, per la verità con molta fatica, e lo registrai per la Rai. Ebbene, Fernando, inviò la registrazione al pianista dicendo che lo avevo studiato in una settimana! Abbiamo riso molto. Ho raccontato questo episodio perché molto spesso l’atavica incapacità di rinnovamento degli interpreti condiziona la diffusione di opere che, proprio per la loro natura, richiederebbero un approccio libero e non condizionato da vecchi retaggi culturali.
Intervista a cura di Dora Varnai
presentazione del cd
"Bongelli plays Mencherini"
edito da VDM Records
La discografia dedicata al vasto repertorio del compositore Fernando Mencherini (1949-1997) dopo le raccolte Playtime (col legno) e Fernando Mencherini (Edipan), si arricchisce di un nuovo capitolo: il cd Bongelli plays Mencherini edito da VDM Records.
Bongelli plays Mencherini è interamente dedicato all'ultima produzione pianistica del compositore marchigiano, quella compresa nel decennio 1988-1997.
Tutti i pezzi sono affidati a un unico esecutore, complice storico di Mencherini, il pianista Fausto Bongelli, che ha visto nascere molti dei brani della raccolta.
Come sottolineato anche dalla presentazione contenuta nel libretto del cd, a cura di Renzo Cresti - il critico che ha maggiormente approfondito l'opera di Mencherini -, la selezione dei brani offre un ricco spaccato dell'eclettica e complessa poetica mencheriniana, passando dalle ardite ricerche tecniche e ritmiche di Rite in progress e Abuse of power comes as no surprise, alle dolenti e intense La Huella e Canzone periferica, per finire con la ricchezza espressiva delle Sei danze armoniche, colonna sonora dello spettacolo di danza “Ghirigori ovvero Io non guardo mai il cielo” della compagnia Arbalete, ispirato alla figura di Maria Reiche.
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