La
V edizione del Festival Dance Immersion (31 agosto-8 settembre, Cagli), è
dedicata a “Le Sacre du Printemps”, a cento anni dal debutto dello “scandaloso”
balletto di Vaslav Nijinsky. (*)
Balletto Di Siena – Le mete di Priapo (omaggio a Le Sacre du Printemps) |
Con
il “Sacre”, opera che ha contrassegnato la cultura moderna, si sono
cimentati i più grandi coreografi del Novecento: tra questi Maurice Béjart ('59
e '70), Pina Bausch ('75). Il Festival offrirà uno spaccato storico
di alcune delle principali tra le oltre 250 versioni coreografiche del
capolavoro di Stravinskij. È prevista una maratona video del “Sacre”, a cura
di Massimo Puliani, con immagini della prima rappresentazione e della
ricostruzione dell'originale, presentata nell'87 dal Joffrey Ballet. Insieme a
queste sono le originali riletture di Bartabas per Theatre Zingaro (2000) e
Angelin Preljocaj (2001), e una originale vetrina di nuove
"Riflessioni e Interpretazioni" del "Sacre ", che vede
protagonisti giovani compagnie e talentuosi coreografi.
Sono ben cinque le prime nazionali che saranno proposte al Teatro Comunale di Cagli: “La sacralità dell’azione” (31-8, replica il 3-9) della compagnia emergente MeF Ensemble (produzione del Festival), con le coreografie di Benilde Marini e Irene Calagreti. Un altro omaggio al tema è “Le mete di Priapo”, presentato dal Balletto di Siena, diretto da Marco Batti.
Sono ben cinque le prime nazionali che saranno proposte al Teatro Comunale di Cagli: “La sacralità dell’azione” (31-8, replica il 3-9) della compagnia emergente MeF Ensemble (produzione del Festival), con le coreografie di Benilde Marini e Irene Calagreti. Un altro omaggio al tema è “Le mete di Priapo”, presentato dal Balletto di Siena, diretto da Marco Batti.
Il
coreografo e danzatore Fabio Crestale proporrà (6-9) un trittico: “Actions
après la guerre”, creata da Paolo Mohovich; “Elles sont vivantes”,
con Francesca Domenichini e Ariane Roustan, e "La sacralité du
printemps", creata per MEF Ensemble.
Intorno
al tema del “Sacre", discuteranno il filofoso Salvatore Piromalli
(Università di Trento), Tiziana Cera Rosco, poetessa, Cinzia Ginevri Blasi
(psicologa clinica e psicoterapeuta sistemi co-relazionali), Flavio Taini
(drammaturgo e scrittore), Alessandro Seri, poeta, Ermanno Romanelli
(giornalista).
Il 1 settembre si inaugura la mostra curata da Matteo De Simone con i fotografi Giovanni Izzo, Julye Jacomel e Alberto Raffaeli, e gli scultori Guglielmo Vecchietti Massacci, Ilaria Beretta e Flavia Mastrella.
Il 1 settembre si inaugura la mostra curata da Matteo De Simone con i fotografi Giovanni Izzo, Julye Jacomel e Alberto Raffaeli, e gli scultori Guglielmo Vecchietti Massacci, Ilaria Beretta e Flavia Mastrella.
Nel
corso del festival, la Danza è protagonista con la D maiuscola. Saranno ben
venti i docenti che proporranno lezioni e laboratori, i cui risultati si
materializzeranno in una serata-spettacolo nel galà di chiusura (7 settembre).
Il
Festival è ideato e diretto da Benilde Marini,membro Internazionale del
Consiglio della Danza UNESCO. L'organizzazione è a cura dell'Associazione
"Movimento e Fantasia", in collaborazione con l'Istituzione Teatro
del Comune di Cagli, presidente prof. Massimo Puliani.
(*) Nota di Massimo Puliani, Presidente dell'Istituzione Teatro del Comune di Cagli:
“Le Sacre du Printemps” fu rappresentato per la prima volta nel 1913 al Théâtre des Champs-Elysées dalla compagnia dei Balletti russi di Sergej Djaghilev
L'organico della compagnia che 1909 trovò sede a Parigi comprendeva i migliori ballerini provenienti dai due teatri più importanti della Russia: il moscovita Bol'šoj e il pietroburghese Mariinskij.
L'équipe
era composta dai più importanti personaggi dell'epoca del calibro, Michel
Fokine Léonide Massine, e Vaslav Nijinsky e da molti artisti come scenografi,
musicisti, pittori come per citarne alcuni,
Picasso Cocteau Debussy
Prokofiev, Ravel, Satie e, in particolare, Igor
Stravinskij, che fu scoperto proprio da
Diaghilev.
Le
musiche della Sagra della Primavera (Sagra, è una traduzione non felice, e
assai equivoca) sono di Igor' Stravinskij, la scenografia (tra l'oleografico e
il parodistico) era firmata di Nikolaj Konstantinovič Roerich, la coreografia era di Vaclav Nižinski,
artista geniale, forse il riferimento più autorevole della danza contemporanea
per la sua ricerca gestuale ed estetica.
Nižinski era un danzatore audace
e scandaloso; di successo ma anche di
fischi come nel caso della prima del 1913.
Morì nel 1950 a Londra dove era in cura per schizofrenia. Si fece visitare sia dal dottor Freud che da Jung.
Morì nel 1950 a Londra dove era in cura per schizofrenia. Si fece visitare sia dal dottor Freud che da Jung.
LE
SACRE DU PRINTEMPS ha una drammaturgia coreografica in due parti:
La
prima dal titolo L'adorazione della Terra
La
seconda Il sacrificio
l
soggetto si basa su un rito sacrificale
pagano nella Russia antica all'inizio della primavera, nel quale un'adolescente
veniva scelta per ballare fino alla morte con lo scopo di propiziare la
benevolenza degli dei in vista della nuova stagione.
Stravinskij
intese ricreare un mondo barbarico e primitivo, in un clima rituale pagano che
sfocia in tragedia.
L'
opera, la cui durata è di 35 minuti
circa , ha uno straordinario impatto sul pubblico sia sul piano musicale che scenico, quasi in ipnosi, con un finale travolgente.
Con LE
SACRE DU PRINTEMPS si sono misurati i
più grandi coreografi del Novecento
da Maurice
Béjart (nel '59 e nel '70)
a Pina Bausch (nel '75) a tutt'oggi lo spettacolo, che abbiamo visto di recente al San Carlo di Napoli, è ancora in tournée per l'Europa.
a Pina Bausch (nel '75) a tutt'oggi lo spettacolo, che abbiamo visto di recente al San Carlo di Napoli, è ancora in tournée per l'Europa.
Sono
centinaia le messinscene interpretative dell'opera, ma noi abbiamo scelto per
queste tre puntate una maratona di danza
solo su quelle che riteniamo più emblematiche e significative come quelle già
citate di Bejart e di Bausch, fino a quelle più stravaganti di Bartabas per Theatre Zingaro (del 2000) e
di Angelin ANGIAN Preljocaj PREJOCAG
(del 2001)
La
prima puntata sarà incentrata sulle affascinanti immagini del 1913 della prima
rappresentazione interpretata da Nijinsky. Grazie ad un lavoro di re-missage del 2010 del videomaker e scultore francese Christian Comte si possono vedere anche i
disegni che Nijinskij fece nel suo diario.
Poi
vedremo la ricostruzione dell'originale, sulle fonte autografe e interviste dei
protagonisti, presentata nel 1987 a los
angeles dal Joffrey Ballet con
coreografia di Millicent Hodson e
Kenneth Archer.
Tra
questi due video ci sarà una piccola parentesi dedicata a Paolo Bortoluzzi,
interprete del capolavoro d'eccellenza (per forza stilistica e idea di
scrittura del corpo) di Nijinsky: "L'apres midi d'un
faune", Il pomeriggio di un fauno , del 1912 su musica di Claude Debussy .
La ripresa video è dei primi anni Settanta.
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