Sono comparsi di recente sulla stampa locale vari articoli per riferire il dissenso di alcuni commercianti nei confronti della ormai leggendaria introduzione della ZTL in alcune vie del centro storico. Come si è già avuto modo di sostenere in passato, è bene invece che chi ne auspica finalmente l’applicazione non si senta solo, non se ne vergogni e non abbia paura di dichiararlo, perché costui deve sapere di appartenere ad un’ampia, estesissima schiera di sostenitori, che oso ritenere rappresenti la stragrande maggioranza dei cittadini.
Innanzi tutto mettiamo il punto sull’oggetto di cui stiamo parlando: non si tratta di chiudere al traffico il centro storico di Cagli come brevemente e forse furbescamente si riassume nel corso delle varie proteste che periodicamente vengono messe in atto dai soliti oppositori della ZTL.
Si tratta invece di una zona a traffico limitato nelle strade fra Piazza del Teatro e Piazza Matteotti solo dalle 19.30 alle ore 6.30 nelle giornate del sabato e in tutti i festivi. Oltre ad una zona a traffico limitato nel tratto di Corso xx settembre che va da via Luperti a Piazza Matteotti, solo dalle 17.00 alle 6.30.
Solo questo è proprio poco, ma speriamo debba essere solo un primo passo verso una conseguente estensione degli orari. Visti gli orari, non si vede un grande vantaggio per chi volesse godersi per qualche ora il nostro centro storico, sia esso un cagliese o tanto meno un forestiere. E poi notoriamente il nostro centro storico pieno di macchine, alle 19. 30 si svuota come per miracolo anche senza la ZTL, per riempirsi poi nuovamente di macchine dopo le 22.00 solo nei fine settimana. Ma non si comprende neppure che danno farà mai questo provvedimento notturno e festivo ai commercianti.
Quanto al Corso xx settembre si dice che la ZTL metterebbe a rischio il commercio in quell’area. Rispetto agli anni cinquanta, quando le botteghe del Corso avevano un grande prestigio ed erano molto numerose, oggi si riscontra invece un numero enorme e purtroppo crescente di battenti chiusi (tra l’altro maltenuti ed indecorosi). Qui già oggi, senza nessuna ZTL in atto, le imprese commerciali ancora attive accusano gravi difficoltà. Ma non le accusano solo oggi in quanto incombe la crisi economica: perché la crisi dei negozi del Corso perdura da quando, a causa del traffico automobilistico, il Corso è stato relegato, come qualcuno ha scritto, in serie B e forse anche in qualche categoria inferiore.
Allora con questa opposizione alla ZTL che cosa si vuole difendere? Se le cose vanno male si dovrà pure fare qualcosa di diverso!
Le cose vanno male anche perché noi cagliesi siamo pochi, e anche noi andiamo spesso nei centri commerciali. I negozianti non possono e non devono accontentarsi della clientela locale, ma devono cercare di acquisirne anche di occasionale, attirandola qui con iniziative allettanti e proponendo dei prodotti appetibili. Altrimenti se si accontentano di quel poco che hanno che come dicono non è sufficiente, significa che prima o poi devono cambiare mestiere.
Per evitare ciò occorre rendere i centri storici competitivi con i centri commerciali: luoghi accoglienti, sicuri, facili da raggiungere, attraenti almeno il tardo pomeriggio e la sera grazie a quelle ricchezze come l’arte, la musica, il teatro, ma anche lo sport, le feste tradizionali e religiose, risorse di cui le nostre città dispongono da sempre, e che gli outlet possono al più riprodurre. Sono queste le occasioni nelle quali il commercio deve mettere alla prova la sua potenzialità di ripresa e di sviluppo. Lo stanno facendo tutti i centri storici, ma Cagli, rispetto agli altri, ha più risorse: natura, arte, storia e tradizioni sono ricchezze di cui Cagli dispone più di tante altre città. E quale eccellenza territoriale la nostra città può avvalersi non solo delle proprie risorse, ma anche dei molteplici eventi a risonanza nazionale che alcuni centri minori vicini hanno saputo organizzare, senza però essere in grado di offrire quel contesto prestigioso che invece, a Cagli, gli ospiti di quei centri minori potrebbero trovare.
Innanzi tutto mettiamo il punto sull’oggetto di cui stiamo parlando: non si tratta di chiudere al traffico il centro storico di Cagli come brevemente e forse furbescamente si riassume nel corso delle varie proteste che periodicamente vengono messe in atto dai soliti oppositori della ZTL.
Si tratta invece di una zona a traffico limitato nelle strade fra Piazza del Teatro e Piazza Matteotti solo dalle 19.30 alle ore 6.30 nelle giornate del sabato e in tutti i festivi. Oltre ad una zona a traffico limitato nel tratto di Corso xx settembre che va da via Luperti a Piazza Matteotti, solo dalle 17.00 alle 6.30.
Solo questo è proprio poco, ma speriamo debba essere solo un primo passo verso una conseguente estensione degli orari. Visti gli orari, non si vede un grande vantaggio per chi volesse godersi per qualche ora il nostro centro storico, sia esso un cagliese o tanto meno un forestiere. E poi notoriamente il nostro centro storico pieno di macchine, alle 19. 30 si svuota come per miracolo anche senza la ZTL, per riempirsi poi nuovamente di macchine dopo le 22.00 solo nei fine settimana. Ma non si comprende neppure che danno farà mai questo provvedimento notturno e festivo ai commercianti.
Quanto al Corso xx settembre si dice che la ZTL metterebbe a rischio il commercio in quell’area. Rispetto agli anni cinquanta, quando le botteghe del Corso avevano un grande prestigio ed erano molto numerose, oggi si riscontra invece un numero enorme e purtroppo crescente di battenti chiusi (tra l’altro maltenuti ed indecorosi). Qui già oggi, senza nessuna ZTL in atto, le imprese commerciali ancora attive accusano gravi difficoltà. Ma non le accusano solo oggi in quanto incombe la crisi economica: perché la crisi dei negozi del Corso perdura da quando, a causa del traffico automobilistico, il Corso è stato relegato, come qualcuno ha scritto, in serie B e forse anche in qualche categoria inferiore.
Allora con questa opposizione alla ZTL che cosa si vuole difendere? Se le cose vanno male si dovrà pure fare qualcosa di diverso!
Le cose vanno male anche perché noi cagliesi siamo pochi, e anche noi andiamo spesso nei centri commerciali. I negozianti non possono e non devono accontentarsi della clientela locale, ma devono cercare di acquisirne anche di occasionale, attirandola qui con iniziative allettanti e proponendo dei prodotti appetibili. Altrimenti se si accontentano di quel poco che hanno che come dicono non è sufficiente, significa che prima o poi devono cambiare mestiere.
Per evitare ciò occorre rendere i centri storici competitivi con i centri commerciali: luoghi accoglienti, sicuri, facili da raggiungere, attraenti almeno il tardo pomeriggio e la sera grazie a quelle ricchezze come l’arte, la musica, il teatro, ma anche lo sport, le feste tradizionali e religiose, risorse di cui le nostre città dispongono da sempre, e che gli outlet possono al più riprodurre. Sono queste le occasioni nelle quali il commercio deve mettere alla prova la sua potenzialità di ripresa e di sviluppo. Lo stanno facendo tutti i centri storici, ma Cagli, rispetto agli altri, ha più risorse: natura, arte, storia e tradizioni sono ricchezze di cui Cagli dispone più di tante altre città. E quale eccellenza territoriale la nostra città può avvalersi non solo delle proprie risorse, ma anche dei molteplici eventi a risonanza nazionale che alcuni centri minori vicini hanno saputo organizzare, senza però essere in grado di offrire quel contesto prestigioso che invece, a Cagli, gli ospiti di quei centri minori potrebbero trovare.
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