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10 giugno 2011

REFERENDUM: ABOLIAMO IL QUORUM

La questione del quorum sui referendum è una vera e propria truffa ai danni dei cittadini.


Il limite del quorum imposto, pena la nullità dell’esito referendario, consente a chi è contrario all’abrogazione di una qualsiasi norma legislativa messa in discussione mediante una regolare raccolta di firme, di contrapporre al numero delle espressioni di voto a favore dell’abrogazione, un numero di comportamenti di vario genere che finiscono per sommarsi fra loro e portare ad un risultato capace di confermare anziché abrogare la norma messa in discussione con il referendum. E questo sembra essere proprio l'atteggiamento assunto dai componenti dell’attuale maggioranza, Presidente del Consiglio in testa.


Cioè in occasione di un referendum esistono vari comportamenti:
1) c’è che vota SI per abrogare la norma;
2) c’è chi vota NO per far sì che la norma venga mantenuta in vigore;
3) c’è chi vorrebbe votare, SI o NO non importa, ma è impedito a farlo causa forza maggiore, assenza dal luogo dove ha diritto a votare, malattia, particolari impegni di lavoro, ecc.
4) c’è chi sceglie di non voler votare per mancanza di opinione in materia o per ignoranza o disinteresse;
5) c’è chi sceglie di non votare per obiezione di coscienza.


Forse mi sfugge qualche comportamento diverso, ma mi appare evidente che a questi si aggiunge un altro comportamento: quello di chi si astiene dal voto per puro calcolo e conduce una campagna elettorale fondata su questo obiettivo, di non raggiungere il quorum e vanificare il referendum. Perché così facendo il comportamento di chi vota NO al quesito referendario si viene a sommare con tutti gli altri comportamenti di non partecipazione al voto che, pur legittimi, non hanno l’obiettivo di mantenere in vigore la norma in questione. Facendo così quindi si falsa l’interpretazione della volontà del corpo elettorale. Così non si conosce mai come veramente si dividono le opinioni dei cittadini, quanti sono per il SI e quanti per il NO. Così, se non si raggiunge il quorum, si conosce solo che i cittadini che hanno votato sono meno della metà degli aventi diritto. Non si sa se sono più i favorevoli al SI o i favorevoli al NO. Se invece si raggiunge il quorum si ottiene un risultato falsamente spostato a favore dei SI, dal momento che molti NO si sono astenuti solo per puro calcolo (e se avessero votato forse avrebbero anche potuto determinare la vittoria dei NO).


Se non ci fosse il quorum invece, non ci sarebbero le astensioni per calcolo, le astensioni sarebbero trasversali, quindi statisticamente ininfluenti sul risultato, nel senso che teoricamente potrebbero rappresentare un numero di SI e di NO mancanti all’appello nella stessa proporzione dei voti espressi dai partecipanti al voto. Mentre i voti espressi dai partecipanti al voto questa volta rappresenterebbero veramente la volontà della maggioranza dei cittadini. Anche una bassa partecipazione al voto legittimerebbe il risultato, non essendo la scarsa affluenza frutto di una manovra politica ma forse la conseguenza del disinteresse dell’elettorato nei confronti di una quesito referendario, per cui i non votanti non sarebbero penalizzati da nessuno dei risultati possibili.


Per questo penso che si dovrebbe intervenire (magari con un referendum) per abrogare questa norma che introduce il quorum.
E poi penso che se è legittimo consentire ad un cittadino qualunque di scegliere di non partecipare al voto (questo per consentire l’astensione a chi non è interessato ad una materia), è tuttavia vergognoso che una classe politica usi il trucchetto dell’astensione per non raggiungere il quorum e vanificare il risultato del referendum evitando così di conoscere ed applicare la volontà dei cittadini. Che poi ad astenersi e invitare all'astensione sia una persona che riveste una carica istituzionale lo ritengo assolutamente incivile e disonesto.

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