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30 novembre 2012

2° CONVEGNO SUI PROBLEMI NATURALISTICI DELLE MARCHE




COMUNE DI CAGLI

ASSESSORATO BENI E ATTIVITA' CULTURALI

ASSESSORATO ALL'AMBIENTE


2° CONVEGNO SUI PROBLEMI NATURALISTICI DELLE MARCHE

Nell'occasione del bicentenario della nascita di Don Mariano Mariotti (1812-1876) il Comune di Cagli (Assessorato Beni e Attività Culturali e Assessorato all'Ambiente) promuove, sabato 1° dicembre 2012, con il coordinamento scientifico del geologo Alberto Ferretti il "2° Convegno sui problemi naturalistici delle Marche" nella Sala delle Carrozze di Palazzo Berardi Mochi-Zamperoli.


A distanza di oltre quattro decenni (il primo convegno si tenne nel 1972 su impulso dello stesso Ferretti) si torna di nuovo a Cagli per fare il punto su temi di straordinaria importanza ricordando una figura davvero speciale: Don Mariano Mariotti. Sacerdote a Secchiano di Cagli egli è noto soprattutto per essere stato il primo geologo della valle del Bosso e l'appassionato studioso di paleontologia che divenne punto di riferimento per i ricercatori del tempo.


Ad introdurlo alla paleontologia fu il monaco avellanita Raffaele Piccinini lo stesso che lo mise in contatto con Giuseppe Meneghini docente dell'Università degli Studi di Pisa. A quest'ultimo nel 1864 Mariotti inviava una cassa di fossili che destavano lo stupore del Meneghini al punto che qualche anno dopo affida Karl Alfred Zittel (docente dell'Università degli Studi di Monaco di Baviera) alla guida sicura del Mariotti per approfondire gli studi sull'Appennino che frutteranno al cattedratico tedesco la pubblicazione dell'importante monografia sull'Appennino centrale. Così la collezione di fossili e l'instancabile attività di ricerca del Mariotti diventano, insieme a Secchiano, punto di riferimento per ricercatori e studiosi. Alla sua morte la collezione ammirata da tutti entra in un percorso carsico di oblio per i molti, cosa che facilita l'opera dei predoni ed il suo smembramento tanto che oggi varie parti sono distribuite tra Pisa, Bologna e Cagli. L'esempio di Mariotti proprio a Secchiano a distanza di tempo è stato raccolto da un altro appassionato studioso di paleontologia a cui si deve la scoperta di importanti ammoniti: Paolo Faraoni.


Ai partecipanti al convegno verrà fornita la possibilità di prendere visione delle relazioni inedite del 1° convegno che saranno pubblicate nel 2013 insieme agli atti del 2° convegno con il patrocinio di: Regione Marche, Provincia di Pesaro e Urbino, Comunità Montana Catria e Nerone.





 

19 novembre 2012

Omaggio o oltraggio?

di Lucio Palazzetti


E' cominciata una raccolta di firme a favore del mantenimento dell'opera "Omaggio a Ettore" di un estimatore notturno, eseguita sulla parete sopra la fontana di San Giuseppe, in via Leopardi.
Punti raccolta firme: Osteria Alimentare, Tabaccheria Eros.
 
Elisa Ventiri, su Qui Flaminia ha scritto:
"Una raccolta firme per salvarlo è ammettere che quel dipinto, non doveva essere lì e nasconde la paura di perderlo. È spuntata con il giorno di venerdì quella cornice nera attorno a una delle opere più note di Ettore Sordini e con dentro un uomo, girato di spalle, che si allontana. Evidente l’omaggio al maestro, scomparso pochi giorni fa all’ospedale di Fossombrone, residuo di un blitz notturno non lontano dalle telecamere puntate su piazza Matteotti. Che non sarà stato neppure troppo breve, ma Cagli, ormai, la sera tende a svuotarsi presto, specie durante la settimana. E così, l’artista o gli artisti, hanno agito indisturbati davanti alla chiesa di San Giuseppe (l’opera è sopra la fontanella), su un muro privato, però, che forse il proprietario vorrà far ripulire, cancellando quel pezzo d’arte omaggio a un artista. Per salvarlo è partita una raccolta firme e in omaggio a Sordini e al suo estimatore notturno è stato organizzato un aperitivo proprio a pochi passi dalla chiesa e dalla piazza. Per tutta la giornata di sabato si è ripetuta la stessa scena: qualcuno che sa e si ferma a guardare e i passanti che non sanno, incuriositi, vedono e si domandano. Non sono troppo sorpresi, i cagliesi, ormai quasi abituati ai messaggi lasciati sui muri anche se, finora, erano stati piccoli ma numerosi (come l’oca nera apparsa in periodo di Palio).

Del maestro Sordini, Cagli non si è mai dimenticata, tanto da omaggiarlo più volte e in vari modi finché è stato in vita e un gonfalone della città è stato presente dopo la morte, alla tumulazione a Perugia. Insomma, Cagli non può e non vuole dimenticare uno tra i suoi figli più famosi nel mondo e ha in più occasioni dimostrato di tenere molto ad arte e cultura. Ora, pur riconoscendo che quello finito sulla parete è un capolavoro che nulla a che fare con la solita parolaccia, dovrà decidere se tollerare l’ennesimo muro imbrattato. Dopo averne messi altri a disposizione dei writers".

Non mancano i commenti fra i concittadini.

Fra gli altri Giannicola De Sanctis mi ha inviato questo commento:

"Con tutto il rispetto per l'artista deceduto, con il massimo rispetto per la sua arte e per quanti lo hanno conosciuto a fondo e stimato, mi chiedo se lo stesso rispetto poteva essere adottato nel contattare magari il proprietario della facciata oggetto della esposizione dell'opera, che avrebbe anche potuto essere d'accordo; mi chiedo se maggior rispetto nei confronti dell'artista deceduto si sarebbe potuto avere nel concertare con chi dal punto di vista civico, avrebbe anche trovato la soluzione logistica più idonea per far maggiormente risaltare l'opera, senza ricorrere allo strattagemma notturno, ma proponendo la realizzazione artistica, alla luce del sole, con modalità civilmente pubbliche, coinvolgendo i cittadini cagliesi che avrebbero potuto condividere piacevolmente l' evento. Lo stesso autore, avrebbe forse gradito meglio, un approccio più democratico dell'iniziativa?? Ma il termine DEMOCRATICO non si coniuga bene con il termine TRASGRESSIVO!"


Alla luce di queste considerazioni non ci rimane che attendere la reazione delle parti competenti:


• il proprietario del muro che potrebbe reagire con una denuncia alle autorità giudiziarie; oppure con la muta indifferenza, con la conseguente copertura del dipinto in occasione di una futura, eventuale, ritinteggiatura della parete; o infine, con la piena condivisione dell'iniziativa, con valorizzazione dell’opera in coincidenza di un intervento di abbellimento del fabbricato;

• le autorità comunali che potrebbero accogliere l’istanza dei sottoscrittori della raccolta di firme, rinviando al proprietario del muro ogni decisione in proposito; oppure respingere l’iniziativa invitando il proprietario del muro a provvedere quanto prima ad un decoroso intervento di tinteggiatura della parete, tenuto conto della presenza del contiguo edificio monumentale di Sant’Angelo Maggiore.









17 novembre 2012

Concorso di Musica Contemporanea

L'Associazione Contemporaneo di Cagli (PU),  in collaborazione con il Comune di Cagli - Assessorato Beni e Attività Culturali e l'Istituzione Teatro Comunale di Cagli, e con il patrocinio della Federazione Cemat, hanno il piacere di presentare la seconda edizione del



dedicato alla memoria del compositore marchigiano Fernando Mencherini.

Queste le versioni in italiano e in inglese del bando

 




Per ogni altra informazione, foto e file sonori relativi alla precedente edizione del concorso, e altre curiosità, visitare il sito su

le pagine Facebook o contattare
Dora Varnai uff. stampa


Tel: 329-8987307


E-mail: dvarnai@yahoo.com


Skype: doravarnai

5 novembre 2012

SI E' SVOLTO NELLA SALA DEL COMMIATO DEL CIMITERO MONUMENTALE DI PERUGIA IL FUNERALE DEL MAESTRO ETTORE SORDINI


COMUNE DI CAGLI
ASSESSORATO BENI E ATTIVITA' CULTURALI

Si è spento il maestro Ettore Sordini: l'artista patafisico dell'essenza, l'estroverso intellettuale dei nessi imprevedibili ma sempre illuminanti, il raffinato dotto affabulatore a tratti volutamente paradossale che sapeva ricercare gli inediti punti di vista.
Colpito da un male incurabile ha vissuto il calvario della malattia quasi con distacco assistito in questi lunghi mesi amorevolmente dalla moglie Maria Vittoria Dierna e dal figlio Federico e seguito con grande affetto dai tanti amici, delle più diverse estrazioni sociali culturali e generazionali, che lo hanno stimato e amato.
Di questi, uno rimasto anonimo, nelle ultime sere lo ha vegliato per un po' nella sua camera in ospedale a Fossombrone. Poi ha chiesto all'efficiente e gentile personale di servizio una matita con cui ha scritto sul muro "l'infinito ti attende - l'Italia ti ama - grazie Ettore".
Nel 2010 la città di Cagli ha conferito ad Ettore Sordini il Premio dell'Angelo anche quale riconoscimento al suo indubbio magistero esercitato in vari periodi storici a Cagli, al suo attaccamento alla città paterna per la quale ha saputo esprimere gesti di eloquente generosità.
"Cagli piange - afferma il Vice Sindaco con delega ai Beni e Attività Culturali Alberto Mazzacchera - una delle sue più straordinarie personalità. Un artista precoce che aveva esordito a vent’anni al fianco di Lucio Fontana, sodale delle migliori energie creative del tempo. È stato un autore coltissimo di un’espressione artistica capace di variare dalla pittura alla struttura nel segno di un’alta elaborazione concettuale. Coloro che hanno avuto la fortuna di conoscere l'artista dotto, l'intellettuale raffinatissimo e l'uomo generoso sanno quanto sia grave e incolmabile la perdita di Ettore Sordini".
Il funerale si è svolto nella Sala del Commiato del Cimitero Monumentale di Perugia sabato 3 novembre.
I tanti amici insieme ai parenti più stretti lo hanno ricordato e salutato per l'ultima volta con le note delle musiche del padre Giuseppe: prima tromba al Teatro alla Scala con il maestro Toscanini.














Nel rimandare alle notizie biografiche su Ettore Sordini,si acclude di seguito la motivazione del Premio conferitogli nel 2010 dalla città di Cagli.



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PREMIO DELL’ANGELO – CITTA’ DI CAGLI
AL MAESTRO ETTORE SORDINI
IV EDIZIONE – 2010

MOTIVAZIONE DEL PREMIO ASSEGNATO DAL CONSIGLIO COMUNALE DI CAGLI CON DELIBERA DEL 28 APRILE 2010

Gli anni indelebili di Milano (dove nasce nel 1934) segnano la formazione di Sordini che studia all’Accademia di Brera e frequenta l’atelier di Cesare Peverelli ponendo nel bagaglio della sua arte quei “brividi del pennello”.

Artista precoce, esordisce in una Milano scossa da fremiti di grande vitalità creativa: dove, dopo l’esperienza futurista, era nato un coacervo di artisti le cui idee originali risentivano favorevolmente del magistero e del fascino di Fontana.

E proprio Lucio Fontana lo invita nel 1954 a partecipare alla Triennale di Milano. In questo periodo Sordini sviluppa una pittura parasurreale vicina a quella coeva di Piero Manzoni.

Nel 1956 con Manzoni, Zecca e Corvi Mora redige il primo di una vibrante serie di manifesti.

Nel 1957, in piena atmosfera nuclearista, è lo stesso Lucio Fontana a presentare la mostra collettiva di Sordini, Manzoni e Verga.

La pittura di Sordini decanta progressivamente il valore materico e si rarefà sempre di più. Nel 1959 inizia l’allontanamento da Manzoni e cresce in Sordini l’interesse per il segno esile e scarno, primario ma sinuoso, e per una cromia tenue, quasi impalpabile.

Nel 1962, gli ex nucleari Sordini e Verga con gli ex-naturalisti Ferrari e Vermi, ma anche con La Pietra e il poeta Lùcia come teorico, danno vita a il Gruppo il Cenobio: tentativo estremo di opporsi sia alle tendenze nichilistiche e ipercritiche nei confronti della pittura e sia all’incipiente invasione della cultura artistica americana che con il successo della Pop Art segnerà la fine del microclima milanese legato alle avanguardie europee. Allora i milanesi, scrive Fulvio Abbate, andavano evocando “la valenza magica di un scrittura epigrafica sommersa, ma anche il silenzio spaziale” con “intatti i ferri del mestiere” del pittore.

Gli artisti del Cenobio rappresentano il terzo volto della reazione milanese all’Informale, parallelamente a quello nichilista-manzoniano e a quello costruttivo-oggettuale. Piattaforma operativa comune è l’interesse per il segno raffreddato e ridotto all’essenziale.

L’orientamento verso il segno, del resto aveva già contraddistinto in Italia gli esperimenti di quel gruppo romano in cui emergevano tra gli altri: Capogrossi, Sanfilippo, Carla Accardi.

Ancora una volta è Sordini a fare da ponte tra le due situazioni, quella milanese e quella romana dove si trasferisce dopo lo scioglimento del Cenobio.

Del pittore, artista coltissimo e uomo di mondo, il poeta Alberto Lùcia scrive che segue “il mestiere difficile d’assorbire l’idea nel segno stesso della sua bellezza, inebriandosi di questa”.

Nel 1966 partecipa alla Biennale di Venezia. Per Sordini la geometria diviene sempre più perno di un’emozionalità tanto intensa quanto rattenuta, fino a farsi realmente tridimensionale gioco di spazi.

Sulle sue tele sembra appalesarsi l’attimo di “quando le cose non sono ancora tali, quando le cose iniziano a esistere”. Perché con Sordini il vero nucleo sta “nel restituire con pochi segni l’essenza delle cose”.

Quello che il divino Villa amabilmente definisce il “più balengo e più eroico dei pittori di alta quota” fa dell’ironia la chiave di volta del suo sistema estetico ed esistenziale.

Chiuso nel suo studio “Ettorino” dispiega “una scrittura, primaria condensata estrosissima, sempre autre. Un segno assediato dal nulla, assorto preciso inconsueto, simile a quello dei disegni di Duchamp, a un paesaggio appena stenografato”. Ma a ben vedere (prosegue Longari) “aldilà del soggetto, dell’immagine, nei suoi quadri continua ad essere protagonista soprattutto lo spazio, uno spazio particolarmente nudo e assopito”.

Magistralmente sa “insidiare la soglia del guardare” sgranando un linguaggio autentico frutto di un lungo percorso sapienziale.

Il Premio a Ettore Sordini è anche il riconoscimento al suo indubbio magistero esercitato in vari periodi storici a Cagli, al suo attaccamento alla città paterna per la quale ha saputo esprimere gesti di eloquente generosità.